Rifugiati sahrawi: per il commissario Onu sono dimenticati
I sahrawi stabilitisi nella città algerina di Tindouf fin dal 1975, vivono in condizioni
“davvero drammatiche, e sono ancora oggi dimenticati dalla comunità internazionale”:
lo ha detto l’Alto commissario dell’Onu per i rifugiati, Antonio Guterres, nel corso
di una visita di solidarietà agli esiliati originari del Sahara occidentale, rifugiatisi
nel sud dell’Algeria più di 30 anni fa, quando iniziò l’occupazione dell’ex-colonia
spagnola da parte del Marocco. Si tratta - riporta l'agenzia Misna - della prima visita
nella regione negli ultimi tre decenni da parte del maggiore responsabile dell’Alto
commissariato per i rifugiati (Unhcr/Acnur). Parlando con i rifugiati incontrati negli
accampamenti nella zona desertica di Tindouf e col primo ministro sahrawi, Abdelkader
Taleb Omar, Guterres si è impegnato a migliorarne le condizioni di vita grazie a nuovi
aiuti. Ringraziando il governo di Algeri - che sostiene il diritto all’autodeterminazione
rivendicato dal Fronte Polisario - per la sua longeva ospitalità e protezione nei
confronti dei rifugiati, Guterres ha sottolineato che “non esistono soluzioni umanitarie
ai problemi umanitari, ma bensì soltanto soluzioni politiche”, evocando il necessario
riavvio dei negoziati ufficiali tra le parti dopo il fallimento dei quattro ‘round’
precedenti. Dopo un anno e mezzo di interruzione dei negoziati ufficiali, lo scorso
agosto durante colloqui informali tenuti a Vienna, le parti si sono impegnate ad incontrarsi
nuovamente per sbloccare il processo negoziale. La seconda parte della visita ufficiale
porterà Guterres a Rabat e a El Ayun, la capitale del Sahara Occidentale occupata
dal Marocco. In conformità con la risoluzione 1754 del Consiglio di sicurezza dell’Onu,
i sahrawi rivendicano un referendum attraverso il quale far valere il diritto all’autodeterminazione,
mentre il governo marocchino è disposto a concedere alla regione solo un’autonomia
amministrativa e politica. (R.P.)