Benedetto XVI all'udienza generale: la Parola di Dio è la strada della vita. Appello
per gli invalidi civili: le istituzioni siano solidali con loro
Gli uomini prediligano il silenzio interiore e resistano alla confusione del mondo,
perché nel silenzio parla la voce di Dio. Da un grande asceta come San Pier Damiani,
monaco e “fine teologo” della Chiesa del primo millennio, Benedetto XVI ha tratto
uno degli insegnamenti che hanno caratterizzato l’udienza generale di questa mattina,
che il Papa ha presieduto in Aula Paolo VI, proveniente da Castel Gandolfo. Al termine
dell’udienza, il Pontefice ha poi salutato i pellegrini della Repubblica Ceca - che
sarà meta del suo prossimo viaggio apostolico a fine mese - e ha levato un appello
alla solidarietà verso mutilati e invalidi del lavoro. Il servizio di Alessandro
De Carolis:
Si definiva
“l’ultimo servo dei monaci”, Benedetto XVI lo ha definito personalità “esuberante,
ricca e complessa” della Chiesa medievale, oltre che dotato di “genio” teologico e
capacità letterarie fuori del comune, che hanno prodotto per i suoi contemporanei,
ma anche per i cristiani di oggi, pagine indimenticate sulla bellezza di Dio, sull’amore
alla Croce di Cristo, sul valore del silenzio dell’anima: in particolare, quello che
si apprezza nel ritiro di un chiostro. Tutto questo fu Pier Damiani, e il Papa - nel
tratteggiarne vita ed eredità spirituale - ha posto in risalto alcun punti di un uomo
che a poco più di 25 anni fu affascinato “dalla contemplazione dell’assoluto di Dio”:
“La
vita eremitica è per lui il vertice della vita cristiana, è ‘al culmine degli stati
di vita’, perché il monaco, ormai libero dai legami del mondo e del proprio io, riceve
‘la caparra dello Spirito Santo e la sua anima si unisce felice allo Sposo celeste’.
Questo risulta importante oggi pure per noi, anche se non siamo monaci: saper fare
silenzio in noi per ascoltare la voce di Dio, cercare, per così dire un 'parlatorio'
dove Dio parla con noi: Apprendere la Parola di Dio nella preghiera e nella meditazione
è la strada della vita". Lo studio delle Scritture alimenta
in Pier Damiani una ricca raccolta di orazioni sulla Croce di Cristo - “mistero -
ha osservato Benedetto XVI che più di tutti gli altri lo affascinerà” - ma anche una
riflessione sulla natura della vita ascetica. Riflessione che, ha notato il Papa,
si traduce in risvolti pratici. Dalla penna di Pier Damiani prende forma in una Regola,
che forma i suoi confratelli e attraversa i secoli fino a noi:
“L’intima
unione con Cristo impegna non solo i monaci, ma tutti i battezzati. Troviamo qui un
forte richiamo anche per noi a non lasciarci assorbire totalmente dalle attività,
dai problemi e dalle preoccupazioni di ogni giorno, dimenticandoci che Gesù deve essere
veramente al centro della nostra vita”. Ad un certo punto,
il monaco che rifugge il mondo è costretto a tornare in prima linea. A spingerlo fuori
dal monastero sono le sue stesse denunce contro la “corruzione” di quei vescovi e
di quegli abati che, ha affermato il Pontefice, “si comportavano da governatori dei
propri sudditi più che da pastori d’anime”. Ma la missione attiva sui fronti della
Chiesa di quel periodo non attenua il vigore di quell’ormai anziano “ultimo servo
dei monaci”. E seppure, ha concluso Benedetto XVI, Pier Damiani visse la sua vocazione
con “forme di austerità che oggi potrebbero sembrarci eccessive”, tuttavia:
“Egli
ha fatto della vita monastica una testimonianza eloquente del primato di Dio e un
richiamo per tutti a camminare verso la santità, liberi da ogni compromesso col male”. Dopo
le catechesi in sintesi in varie lingue, Benedetto XVI, salutando brevemente i pellegrini
della Repubblica Ceca ha detto:
“Děkuji
za vaše modlitby a těším... Ringrazio delle vostre preghiere. Attendo
con gioia di visitare la vostra Patria”. Quindi
è stata la volta di una richiesta al mondo civile, ispirata dalla presenza in Aula
Paolo VI da membri dell’Associazione Nazionale Mutilati ed Invalidi del Lavoro e dell’Associazione
Invalidi Civili. Auspico, ha terminato il Papa...
“...che
nei confronti di questi nostri fratelli ci sia un’attenzione sempre più viva da parte
della società e delle Istituzioni”. Conclusa l’udienza
generale, infine, il Papa ha incontrato in una saletta adiacente l’Aula Paolo VI la
signora Asha-Rose Migiro, vicesegretario generale dell'Organizzazione delle Nazioni
Unite.