A Goa si pensa ad una nuova legge sui beni della Chiesa
L’India è una confederazione di Stati che ha differenti leggi per governare le proprietà
degli enti religiosi. Per i templi indù esiste un Hindu Endowment Act, per i musulmani
c’è il Wafk Board Act e per i Sikh il Sikh Gurudwara Act. Per i cristiani non esiste
nulla di simile, ma sia le parrocchie sia le congregazioni sono controllate dal Charity
Commissioner che è regolato dai diversi Stati con regole più o meno strette. Goa,
che è stata governata dai portoghesi per quattrocento anni, ha sempre seguito le regole
del Padroado, un sistema di concessione che il Papa aveva affidato al re del Portogallo.
Dopo che Goa fu annessa all’India, il governo centrale ha rispettato le tradizioni
locali di amministrazione delle parrocchie. Ma recentemente un gruppo di laici cattolici,
ed anche di intellettuali, ha auspicato una legge governativa per regolare l’amministrazione
delle proprietà della Chiesa. La legge vigente che regola le relazioni tra Chiesa
e Stato e l’amministrazione delle parrocchie segue il concordato del 1940 tra il Vaticano
ed il governo portoghese. Questo accordo era stato raggiunto durante la dittatura
di Salazar, ma in Portogallo è stato abrogato in quanto incostituzionale. Eduardo
Faleiro, ex ministro degli affari esteri, ha affermato recentemente che l’assemblea
legislativa di Goa avrebbe il potere di approvare una legge simile, necessaria per
dimostrare più grande trasparenza. Egli ha aggiunto che la nuova legge potrebbe essere
scritta in consultazione con la Chiesa cattolica di Goa. Il governo centrale ha già
il potere di controllare tutti i conti e le donazioni che arrivano dall’estero ed
anche di fermare queste donazioni se pensa che non siano amministrate bene. Alcune
diocesi hanno già sperimentato queste restrizioni. (A.L.)