Grecia: una seconda casa per i cattolici di rito bizantino in fuga
I cattolici di rito bizantino, che sono fuggiti da situazioni drammatiche in Iraq,
in Iran e nei Balcani, hanno trovato nell’Esarcato apostolico di rito bizantino in
Grecia una seconda casa. Oggi, insieme ai loro fratelli greci, sono circa 7 mila.
Di questa realtà ha parlato l’Esarca, mons. Dimitrios Salachas, già docente di Diritto
Canonico Orientale e consultore di vari Dicasteri della Curia romana, in una recente
intervista all’agenzia Zenit. “Per Esarcato – egli ha chiarito subito – si intende
una porzione del popolo di Dio che, per speciali circostanze, non viene eretta in
eparchia (diocesi) e che, circoscritta da un territorio o con qualche altro criterio,
è affidata alla cura pastorale dell’Esarca. L’Esarca apostolico – aggiunge mons. Salachas
all'agenzia Zenit – governa l’Esarcato a nome del Romano Pontefice che lo ha nominato,
ed è equiparato al vescovo eparchiale (diocesano). La giurisdizione dell’Esarca di
Grecia si estende in tutto il territorio sui propri fedeli. In Grecia, al momento,
ci sono oggi sette diocesi e un vicariato latini e un ordinariato armeno con cinque
vescovi”. Mons. Salachas, facendo riferimento ai cattolici di diversa nazionalità
assistiti ad Atene, ricorda che “l’Esarcato svolge un’ampia attività caritativa, educativa
e culturale con un ospedale, una scuola per ragazzi e ragazze con particolari problemi
mentali, una casa per anziani, un foyer per studentesse e ragazze lavoratrici, una
casa editrice e due campeggi estivi per bambini”. L’Esarcato bizantino in Grecia assiste
dunque fedeli Caldei provenienti dall’Iraq, fedeli di tradizione bizantina provenienti
dall’Ucraina, dalla Romania e dai Balcani in genere. Esso è dunque diventato, chiarisce
l’Esarca, “una Chiesa della diaspora, di orientali cattolici immigrati” di 7 mila
fedeli compresi quelli greci. (A.M.)