2009-09-08 15:19:18

Afghanistan: soddisfazione per la liberazione del giovane giornalista accusato di blasfemia


La mobilitazione internazionale ha centrato l’obiettivo: il giovane giornalista afghano Sayed Pervez Kambaksh, rimasto quasi due anni in carcere per blasfemia, con il rischio di essere impiccato, ha recuperato la libertà e si trova ora al sicuro in un Paese sconosciuto. Solo ieri si è appresa la notizia della liberazione avvenuta un paio di settimane, dopo la grazia concessa in segreto dal presidente uscente Hamid Karzai. Khambaksh, 24 anni, era stato arrestato nell'ottobre 2007 quando studente di giornalismo e collaboratore del settimanale Jahan-e-Naw aveva scaricato da Internet materiale sul ruolo della donna nell'Islam, aggiungendovi dei commenti e diffondendolo all'interno della sua Università di Balkh. Un comportamento stigmatizzato dalle autorità come il reato di ''blasfemia e diffusione di affermazioni diffamatorie nei confronti dell'Islam''. In un processo a porte chiuse, il Tribunale di Mazar-i-Sharif lo aveva giudicato, in assenza del difensore, pienamente colpevole il 22 gennaio 2008 infliggendogli la pena capitale, fin quando nel marzo scorso una Corte d'Appello ha trasformato la condanna a morte in 20 anni di prigione. Tra i tanti messaggi di solidarietà giunti da tutto il mondo, quelli del segretario di Reporters Sans Frontieres, Jean Francois Julliard, che ha ''salutato con emozione la liberazione'' del giovane giornalista afghano e quello di Stefano Marcelli, presidente 'Information Safety and Freedom, che ha assegnato a Kambaksh l’edizione 2008 del Premio Internazionale per la Libertà di Informazione ISF-Città di Siena. (A cura di Roberta Gisotti)







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