2009-09-05 15:37:18

Il Cec condanna la violenza sulle donne in Congo e la legge sulla blasfemia in Pakistan


Basta alla violenza sulle donne nella Repubblica democratica del Congo. Da Ginevra l’assemblea del comitato centrale del Consiglio ecumenico delle Chiese (Cec) ha condannato duramente i soprusi continui sulle donne congolesi e ha invitato le Chiese che ne fanno parte a fare pubblicamente lo stesso. “Nella Repubblica Democratica del Congo - si legge nel documento conclusivo del Cec, ripreso dall’Osservatore Romano - i crimini brutali di violenza sessuale nei confronti delle donne sono aumentati considerevolmente e sono diventati onnipresenti in tutto il Paese, in particolare dall’inizio delle operazioni militari dello scorso gennaio”. Sono migliaia le donne e le ragazze che sono state stuprate, trasformate in schiave sessuali e costrette ad arruolarsi nell'esercito. Nella regione del Sud Kivu, in particolare, le violenze sessuali sono in continuo aumento. Dal 1996 a oggi, secondo l’Onu, nella Repubblica Democratica del Congo sono state violentate almeno duecentomila donne. Il comitato centrale ha esortato tutte le parti coinvolte nel confitto ad abbandonare le armi e a porre immediatamente fine al massacro e agli atti di violenza. In più il Cec ha chiesto al governo congolese di mettere fine all’impunità per gli stupri e di elaborare una strategia efficace di lotta alla violenza sessuale, assicurando gli autori dei crimini alla giustizia. Il comitato si è occupato anche della legge sulla blasfemia in vigore in Pakistan, principale causa degli attacchi e delle persecuzioni nei confronti della minoranza cristiana pachistana, criticandone l’abuso. Secondo il Consiglio questa legge è “diventata una delle principali fonti di vittimizzazione e di persecuzione delle minoranze religiose costrette a vivere in uno stato di paura e di terrore”: dal 1988 al 2005 circa seicentocinquanta persone sono state accusate di aver violato la legge sulla blasfemia, e negli ultimi tre anni le accuse sono aumentate. Il Consiglio ecumenico delle Chiese ha chiesto al governo di Islamabad l’abrogazione della legge. (V.F.)







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