Il cardinale Vallini affida alla Vergine di Lourdes la città di Roma
Si è concluso ieri pomeriggio il pellegrinaggio annuale della diocesi di Roma a Lourdes,
una tradizione che ormai si ripete dal 1957. Il pellegrinaggio è stato guidato dal
cardinale vicario Agostino Vallini che ha affidato la città di Roma alla Vergine
di Lourdes. Quest'anno era presente anche il sindaco di Roma, Gianni Alemanno. Sul
significato di questo evento Luca Collodi ha intervistato lo stesso cardinale
Vallini:
R. – Dico
che è un pellegrinaggio dell’anima, perché mi pare molto importante aiutare le persone
al senso dell’ascolto di Dio e a Lourdes ho l’impressione che ci siano delle condizioni
di particolare favore.
D. – Come si inserisce questo
pellegrinaggio nella vita pastorale della diocesi di Roma?
R.
– Si inserisce, perché il tema che abbiamo dato al pellegrinaggio è esattamente quello
che ci sta impegnando come diocesi, il tema della verifica pastorale, che quest’anno
avrà due ambiti della pastorale ordinaria: la celebrazione dell’Eucaristia domenicale
e quello della testimonianza della carità. Dopo che abbiamo iniziato con un convegno
aperto dal Santo Padre sul tema dell’appartenenza ecclesiale, della corresponsabilità
pastorale, confido che anche questo pellegrinaggio possa aiutarci, affinché possa
essere una luce e un incoraggiamento nel cammino della nostra Chiesa diocesana.
D.
– Lei da poco più di un anno è vicario del Papa per la diocesi di Roma. Che idea si
è fatto di quest’esperienza e della città?
R. - Molto
positiva. Sono molto consolato. Innanzitutto, per la testimonianza esemplare che ricevo
da tanti sacerdoti, che nel silenzio della vita quotidiana sono dei veri testimoni
e annunciatori del Vangelo. La Chiesa di Roma è una Chiesa molto ricca di Vangelo,
di servizio umile, nascosto, ma fecondo. Certo, ci sono anche in una città cosmopolita
come la nostra degli aspetti che fanno pensare e che domandano un intervento. La verifica
pastorale dovrebbe aiutarci anche a focalizzare meglio la presenza pastorale della
nostra diocesi.
D. – La Chiesa di Roma cosa può fare
per richiamare i distratti ad una riflessione maggiore?
R.
– Io penso che la prima via è quella di una forte testimonianza, nella misura in cui
noi cristiani abbiamo delle identità forti, chiare, che, umilmente, senza arroganza,
testimoniano il Vangelo, come ci invita a fare il Santo Padre continuamente. Tutto
questo è una grande voce, un interrogativo a tante coscienze che cercano...
D.
– A Lourdes lei ha pregato personalmente per una preoccupazione particolare per Roma,
per l’Italia...
R. – Direi che tra le prime intenzioni
c’è stata e c’è quella della santificazione dei sacerdoti. Roma ha bisogno di vocazioni.
Abbiamo pochi sacerdoti a Roma. Se consideriamo che tanti sono i sacerdoti presenti
a Roma, per motivo di studio, di servizio alla Santa Sede, ma non per i grandi quartieri
di Roma. Roma è una città in espansione. Allora, vocazioni che maturino nelle comunità
ecclesiali sarebbero tanto desiderate. Naturalmente ho anche pregato per la vita della
città, in particolare per le tante famiglie che oggi sono in difficoltà. Questo è
motivo di pena, al quale cerchiamo di sovvenire anche con tutte le attività della
Caritas diocesana e delle altre organizzazioni cattoliche collegate. Certo, mi piacerebbe
che questo periodo di crisi potesse essere superato presto. Tra le persone non posso
dimenticare gli ammalati e, in particolare, i giovani, che sono una grande risorsa,
ma che avrebbero bisogno anche di forti testimonianze da parte di noi adulti. Speriamo
che anche da questo pellegrinaggio possa derivare un impulso maggiore all’offerta
di questa testimonianza.(Montaggio a cura di Maria Brigini)