Guerra e riconciliazione: l'editoriale di padre Lombardi
Per un giorno, martedì scorso, la comunità internazionale si è fermata per ricordare
e riflettere sulle sofferenze causate dal secondo conflitto mondiale. Numerosi leader
politici si sono ritrovati all’alba del primo settembre sulla penisola polacca della
Westerplatte, che nelle stesse ore e nella stessa data di 70 anni fa fu cannoneggiata
dalla corazzata tedesca Schleswig-Holstein, segnando così il primo atto bellico della
Seconda Guerra Mondiale. Anche Benedetto XVI - come pure i vescovi della Germania
e della Polonia - hanno dedicato nei giorni scorsi alcune riflessioni a quell’evento.
Lo ricorda padre Federico Lombardi nel suo editoriale per Octava Dies, il settimanale
informativo del Centro Televisivo Vaticano:
“Nella
memoria dei popoli rimangono le umane tragedie e l’assurdità della guerra. Chiediamo
a Dio che lo spirito del perdono, della pace e della riconciliazione pervada i cuori
degli uomini” – così il Papa a proposito della commemorazione del 70° anniversario
dell’inizio della Seconda Guerra Mondiale. Ormai le generazioni dei testimoni diretti
dell’immane tragedia si vanno assottigliando, ed anche quelle di chi ha avuto il coraggio
di pronunciare parole di pentimento e di perdono e di fondare nuovi rapporti di pace
fra i popoli. E’ giusto quindi che anche la Chiesa dia il suo contributo specifico
alla memoria storica. Gli ultimi due Papi hanno un’autorità
personale particolare per farlo. Come diceva Benedetto XVI il 19 maggio 2005, “entrambi
questi Papi in gioventù – seppure su fronti avversi e in situazioni differenti – hanno
dovuto conoscere la barbarie della Seconda Guerra Mondiale e dell’insensata violenza
di uomini contro altri uomini, di popoli contro altri popoli”. Entrambi questi Papi
si sono recati ad Auschwitz affermando: “Non potevo non venire qui”. E giustamente
i vescovi polacchi e tedeschi hanno riaffermato insieme pochi giorni fa: “La riconciliazione
fra i nostri popoli è un dono che possiamo portare nella storia dell’Europa unita”.
Quando ricordano l’assurdità dell’odio, i credenti ricordano allo stesso tempo sempre
la necessità e l’impegno del perdono e della riconciliazione. Solo così si può costruire
la pace e dire con convinzione: “Mai più la guerra!”.