2009-09-03 15:28:48

Iran: sì del parlamento a 18 ministri su 21


Il parlamento iraniano ha terminato oggi le operazioni di voto per la fiducia al nuovo governo del presidente Ahmadinejad. L’assemblea ha approvato 18 dei 21 ministri da lui proposti per il nuovo governo. Il parlamento ha anche concesso la fiducia alla prima donna ministro della Repubblica islamica che diventa titolare del dicastero della Salute. Non ce l’hanno fatta invece le altre due donne indicate per Welfare e Istruzione. Approvata invece la nomina a ministro della Difesa di Ahmad Vahid, ricercato da Interpol perché coinvolto nell'attentato al centro di assistenza ebraico Amia, che nel 1984 causò la morte di 85 persone. Per un commento sul voto di fiducia, Massimiliano Menichetti ha sentito Andra Zanconato, corrispondente dell’Ansa a Teheran:RealAudioMP3

R. – E’ sicuramente una sorpresa in senso positivo per Ahmadinejad. C’erano state molte polemiche da parte dello stesso schieramento conservatore - che sostiene Ahmadinejad – per le scelte dei ministri. Diceva che questi erano persone poco competenti, la cui unica caratteristica positiva era l’obbedienza al presidente. Alla fine invece le bocciature sono state tre: si tratta di tre ministri non particolarmente importanti, cioè quello dell’Energia, dell’Istruzione e del Welfare. E’ stato un esito più positivo per lui rispetto a quello di quattro anni fa, in occasione dell’insediamento del suo primo governo, quando invece furono bocciati all’inizio quattro ministri, tra cui quello – molto importante – del Petrolio.

 
D. – Dopo il voto del parlamento Ahmadinejad ha ribadito: “Siamo pronti ad affrontare le nuove sanzioni dei Paesi occidentali”. Ancora una linea dura sul fronte del nucleare?

 
R. – Sicuramente una linea dei vertici del regime che non è mai cambiata, a partire dall’ayatollah Ali Khamenei. L’Iran ha presentato in questi giorni un pacchetto di proposte che possono essere alla base di nuovi negoziati con l’Occidente. Ribadisce però che sono negoziati che devono prendere in considerazione tutta la situazione politica della sicurezza nella regione, quindi non soltanto il programma nucleare iraniano. L’Iran insiste nel dire che la posizione non è cambiata e che non è disposto a fare passi indietro sul suo programma nucleare.







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