Le elezioni anticipate in Grecia si terranno il prossimo 4 ottobre. Lo ha annunciato
il primo ministro Costas Karamanlis, che già ieri aveva manifestato l'intenzione di
sciogliere le Camere puntando ad un nuovo mandato per risolvere la crisi economica
del Paese. Nella tarda mattinata di oggi l’incontro con il presidente Karolos Papoulias
per chiedere lo scioglimento del Parlamento lunedì prossimo. A Giulio Gelibter, giornalista
dell’Ansa ad Atene, Stefano Leszczynski ha chiesto come si sia sviluppata la crisi
di governo: R. – L’opposizione
chiede da mesi nuove elezioni. Fino a questo momento, però, Karamanlis aveva resistito
e aveva sempre negato l’ipotesi di elezioni anticipate. Negli ultimi giorni si parlava
dell’ipotesi di un rimpasto per evitare le elezioni. Alla fine, però, ha vinto la
decisione di andare alle urne probabilmente perché, dato che i sondaggi sono sempre
più favorevoli al partito socialista Pasok, sarebbe il danno minore. D.
– Il principale rimprovero a Karamanlis è di non essere riuscito ad attuare delle
misure efficaci contro la crisi economica... R. – Effettivamente
non ha promosso delle grandi riforme, anche se ha messo in atto un pacchetto anticrisi
– come nel resto dei Paesi europei – in misura forse minore date le dimensioni dell’economia
greca. Nello stesso discorso di ieri ha però detto: “Andiamo alle elezioni perché
bisogna fare delle riforme strutturali”. Riforme che tra l’altro gli vengono chieste
anche dall’Unione Europea, alla quale la Grecia sta chiedendo adesso di avere più
tempo – fino al 2012 invece del 2010 – per portare il deficit del bilancio sotto il
tre per cento. D. – I recenti attentati, in particolare quello
avvenuto nei giorni scorsi di fronte alla Borsa, hanno influenzato questa crisi politica
o sono eventi del tutto indipendenti? R. – Dubito che gli attentati
abbiano avuto un’influenza sulla decisione che stava probabilmente maturando da tempo.
La situazione e l’insicurezza provocata dall’aumento della criminalità – dovuta in
parte all’immigrazione clandestina – e l’insicurezza legata al terrorismo sono invece
elementi di erosione del consenso del governo Karamanlis. D.
– Lui si ripresenta comunque con l’obiettivo di tornare al governo? R.
– Sì, sicuramente. Nel discorso di ieri ha già chiesto un nuovo mandato per portare
avanti le riforme. Secondo i sondaggi non ha nessuna possibilità di essere rieletto
perché danno oggi il sei per cento di scarto al Pasok. Ricordiamo che vinse le elezioni
europee con il 4,4 per cento di scarto. C’è quindi una progressione a favore del Pasok.