2009-09-02 15:14:26

Il cardinale Tettamanzi: “radici cristiane, linfa vitale della nuova Europa”


“In questi decenni la Fondazione ha dato vita a un affascinante itinerario tra i popoli del continente, alla riscoperta delle comuni radici cristiane, che sono fonti di linfa vitale per la costruzione della nuova Europa e che rendono le diverse componenti della realtà europea parte viva di una storia comune”. E’ quanto si legge nel messaggio del cardinale Dionigi Tettamanzi, arcivescovo di Milano, ai partecipanti alla 31.ma edizione della Settimana di storia religiosa dedicata a Francia, Germania e Italia, organizzata dalla Fondazione ambrosiana Paolo VI. Il convegno, che si concluderà sabato prossimo, è un occasione per ricordare anche il vigoroso impulso di grandi figure come Adenauer, Schuman e De Gasperi. La riscoperta del “costitutivo apporto del cristianesimo – aggiunge il porporato - non è mai stata disgiunta dall’approfondimento del contributo dato alla formazione della civiltà europea, dall’eredità culturale greco-romana e da altre culture, in una prospettiva che ha sottolineato la storia religiosa, inserita nel contesto culturale, politico e sociale del continente”. Nel documento, ripreso dal Sir, il il cardinale Dionigi Tettamanzi sottolinea anche che la memoria e la riflessione sul passato “aiutano a far crescere, con la conoscenza, la comune responsabilità su come rispondere alle grandi sfide del nostro tempo, nell’ora presente e in vista del futuro”. Secondo l’arcivescovo di Milano “viviamo infatti in una società culturalmente e religiosamente pluralista, in un contesto di relativismo dilagante che sfocia spesso nel nichilismo, e forse per questo è ancor più evidente l’esigenza di riaffermare la componente spirituale che ha mosso la costruzione europea e ne ha alimentati i comuni ideali, per non cadere in visioni ideologiche o in fondamentalismi religiosi”. Il porporato ricorda infine che “molti sono i problemi e gli interrogativi da affrontare nel complesso mondo odierno”. “Ma è assolutamente urgente e indispensabile – conclude - che l’Europa ripensi le proprie idealità e la propria vocazione, anche a livello internazionale, riscoprendo e valorizzando la ricchezza della propria storia che ha saputo tenere sinfonicamente insieme una pluralità di tradizioni e identità”. (A.L.)







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