Il cardinale Tettamanzi: “radici cristiane, linfa vitale della nuova Europa”
“In questi decenni la Fondazione ha dato vita a un affascinante itinerario tra i popoli
del continente, alla riscoperta delle comuni radici cristiane, che sono fonti di linfa
vitale per la costruzione della nuova Europa e che rendono le diverse componenti della
realtà europea parte viva di una storia comune”. E’ quanto si legge nel messaggio
del cardinale Dionigi Tettamanzi, arcivescovo di Milano, ai partecipanti alla 31.ma
edizione della Settimana di storia religiosa dedicata a Francia, Germania e Italia,
organizzata dalla Fondazione ambrosiana Paolo VI. Il convegno, che si concluderà sabato
prossimo, è un occasione per ricordare anche il vigoroso impulso di grandi figure
come Adenauer, Schuman e De Gasperi. La riscoperta del “costitutivo apporto del cristianesimo
– aggiunge il porporato - non è mai stata disgiunta dall’approfondimento del contributo
dato alla formazione della civiltà europea, dall’eredità culturale greco-romana e
da altre culture, in una prospettiva che ha sottolineato la storia religiosa, inserita
nel contesto culturale, politico e sociale del continente”. Nel documento, ripreso
dal Sir, il il cardinale Dionigi Tettamanzi sottolinea anche che la memoria e la riflessione
sul passato “aiutano a far crescere, con la conoscenza, la comune responsabilità su
come rispondere alle grandi sfide del nostro tempo, nell’ora presente e in vista del
futuro”. Secondo l’arcivescovo di Milano “viviamo infatti in una società culturalmente
e religiosamente pluralista, in un contesto di relativismo dilagante che sfocia spesso
nel nichilismo, e forse per questo è ancor più evidente l’esigenza di riaffermare
la componente spirituale che ha mosso la costruzione europea e ne ha alimentati i
comuni ideali, per non cadere in visioni ideologiche o in fondamentalismi religiosi”.
Il porporato ricorda infine che “molti sono i problemi e gli interrogativi da affrontare
nel complesso mondo odierno”. “Ma è assolutamente urgente e indispensabile – conclude
- che l’Europa ripensi le proprie idealità e la propria vocazione, anche a livello
internazionale, riscoprendo e valorizzando la ricchezza della propria storia che ha
saputo tenere sinfonicamente insieme una pluralità di tradizioni e identità”. (A.L.)