Amnesty: in Iraq oltre un migliaio di detenuti nel braccio della morte
Oltre un migliaio i detenuti iracheni nel braccio della morte. Tra questi circa 150
avrebbero esaurito ogni possibilità di appellarsi o essere graziati. A rivelarlo è
Amnesty International in un rapporto pubblicato ieri e ripreso dall'agenzia Sir, che
sottolinea come le procedure seguite dai tribunali iracheni non rispettino gli standard
internazionali sul giusto processo. Tra i condannati a morte, riferisce Amnesty, c’è
ad esempio la 27enne Samar Sa’ad’Abdullah, condannata per omicidio, che ha denunciato
di aver confessato perché sottoposta a torture, scosse elettriche e percosse con cavi.
Secondo la donna il suo processo sarebbe durato meno di due giorni e durante lo svolgimento
un giudice avrebbe ordinato a uno dei suoi avvocati di lasciare l’aula. Nel marzo
di quest'anno le autorità irachene hanno comunicato ad Amnesty International che 128
sentenze erano state confermate in appello; lo scorso 3 maggio sono state uccise 12
persone, mentre il 19 giugno altri 19 prigionieri, tra i quali una donna, sono stati
impiccati. Solo nel 2008 285 persone sono state condannate a morte e ci sono state
almeno 34 esecuzioni ma, conclude Amnesty, “i numeri reali potrebbero essere più alti,
dal momento che non ci sono statistiche ufficiali” e “i dati riportati dalla stampa
irachena sono incompleti”. (R.P.)