2009-09-01 16:35:32

Turchia e Armenia, presto una storica distensione diplomatica


Sarebbe ormai questione di qualche settimana, al massimo di un paio di mesi: dopo decenni di reciproche ostilità, Turchia e Armenia hanno annunciato che presto sottoporranno ai rispettivi Parlamenti un protocollo per la normalizzazione dei rapporti diplomatici. Il gelo nelle relazioni tra i due Paesi era calato, tra l’altro, per le divergenze sui massacri di cui furono vittime gli armeni tra il 1915 e il 1917. Sui motivi che hanno spinto ora Ankara ed Erevan ad una normalizzazione dei rapporti, ascoltiamo Antonio Ferrari, inviato speciale ed editorialista del Corriere della Sera, intervistato da Giada Aquilino:RealAudioMP3

R. – Ci sono stati diversi passaggi importanti. Il primo, è la visita di Obama in Turchia e l’incontro con il ministro degli Esteri turco e il ministro degli Esteri armeno. Gli Stati Uniti premevano perché si arrivasse ad una soluzione. Il secondo fattore importante riguarda l’Azerbaijan, che è legatissimo alla Turchia. Ankara ha sempre sostenuto le rivendicazioni dell’Azerbaijan nei confronti dell’Armenia. Poi c’è anche un altro fatto, che sembra casuale ma di casuale nella politica poi c’è poco: il presidente armeno ha detto che non sarebbe andato in Turchia alla partita di ritorno per la qualificazione al prossimo campionato mondiale di calcio, tra Turchia e Armenia. L’anno scorso proprio la partita di andata segnò l’inizio del disgelo. Ora, il capo di Stato Sarkisian ha affermato: “Io non vado alla partita, se non si arriva subito a qualche accordo”. E probabilmente anche i turchi non aspettavano altro per poter accelerare i tempi.
 
D. – Alla base delle reciproche ostilità cosa c’è? Il genocidio armeno, il Nagorno-Karabakh…?
 
R. – Erevan contesta alla Turchia - non certo alla Turchia di oggi, ma quella della fine dell’Impero Ottomano - il genocidio degli armeni. Si parla di circa un milione di morti, alla fine di una guerra, quando i turchi accusavano gli armeni di essere alleati della Russia. Questo è sicuramente un grosso contenzioso e la Turchia ha fatto poco finora. E poi c’è la questione del Nagorno-Karabakh, l’enclave cristiana all’interno dell’Azerbaijan controllata da forze armene. È chiaro che un miglioramento così significativo dei rapporti tra Turchia e Armenia in questo momento può magari infastidire l’Azerbaijan, ma nel futuro Baku si troverà in una posizione doppiamente privilegiata, perché è un Paese ricchissimo di risorse naturali, come il gas. Potrebbe fornire gas al gasdotto "Nabucco", voluto dall’Unione Europea, ma potrebbe anche fornirlo alla Russia, permettendo a Mosca di aumentare la propria produzione.







All the contents on this site are copyrighted ©.