2009-08-31 15:36:06

Regionali in Germania: la Cdu cala ma resta il primo partito


In Germania, a quattro settimane dalle legislative, la Cdu del cancelliere Angela Merkel resta il primo partito ma ha subito pesanti perdite alle regionali di ieri in due laender. In Turingia e Saar il partito cristiano democratico ha perso la maggioranza assoluta e non potrà più governare da solo. In Sassonia, invece, ha tenuto e può continuare a governare da solo. Accanto alla sostanziale tenuta dei social democratici della Spd, la novità è la crescita del partito di sinistra, Linke, finora forte solo a est, nato dalla fusione dei postcomunisti della Pds e dei ribelli della Spd capitanati dall'ex leader fuoriuscito, Oskar Lafontaine. Si è parlato subito di possibili coalizioni a sinistra ma al momento il leader della sinistra radicale Linke le esclude decisamente. Ma come leggere questi risultati in vista delle elezioni politiche del 27 settembre? Fausta Speranza lo ha chiesto all’ex direttore di "Avvenire" ed esperto di questioni tedesche Angelo Paoluzi.RealAudioMP3

R. - Tre laender su 16 sono circa un decimo dell’elettorato e si parla di situazioni non proprio significative, perché manca la Baviera, la Renania, il Baden-Württemberg, l’Assia, cioè laender molto più popolosi, molto più significativi. In ogni caso, la Cdu è andata indietro, ha perso probabilmente due presidenze regionali. In due situazioni ha perso addirittura il 25 per cento dei voti; in un’altra invece ha mantenuto le sue capacità elettorali. Ma di qui al 27 settembre vediamo come reagiranno i politici, come si animerà la campagna elettorale. È un risultato tutto da vedere. In generale le amministrative sono 20 elezioni locali nel giro di 5 anni, che possono essere lette in modo diverso, “a dente di sega”, nel senso che sono forse piccoli sondaggi, qualche volta umorali, che a volte possono essere effettivamente letti come previsioni e altre volte no. Ricordiamo che, per esempio, una decina di anni fa, il cancelliere Schroeder, che era stato dato per battuto dopo il voto locale, vinse le elezioni perché arrivò improvvisamente un’alluvione in Germania, lui si dette da fare, fu molto presente rispetto al suo avversario Stoiber e vinse le elezioni. Quindi, ci sono delle situazioni che possono cambiare di momento in momento. In questo caso, non direi che sia così: i sondaggi danno sostanzialmente valida l’ipotesi di una conferma della Cdu, appoggiata dai liberali di Guido Wesserwelle, che è al top del consenso popolare. È un leader molto ascoltato, amato, è un personaggio singolare, dal grande fascino personale, e può portare alla Cdu, in un’eventuale coalizione di tipo conservatore-moderato, quello che la Cdu perde al centro e a sinistra.
 
D. – Ricordiamo che la Cdu ha perso parecchi voti e resta comunque il primo partito; i social democratici della Spd hanno sostanzialmente tenuto; a crescere sono stati sinistra radicale e liberali. Che cosa dire a 20 anni dalla caduta del Muro di Berlino?
 
R. – C’è il cosiddetto fenomeno della “ostalgia”, cioè di una nostalgia dell’est. I tedeschi occidentali si sono comportati nei confronti della parte orientale come dei colonizzatori: sono arrivati e hanno spazzato via molte certezze, sicurezze e alcune garanzie, che poi non sono state recuperate, tanto che nella ex Germania orientale il tasso di disoccupazione è molto più alto che in Germania occidentale.
 
D. – Vogliamo fare un’osservazione sul fatto che in Sassonia ha perso il partito neonazista...
 
R. – Sì, questo fa parte delle fluttuazioni psicologiche tedesche. Nella mia esperienza ormai cinquantennale della Germania, questo tipo di destra va e viene, umoralmente: conquista una situazione, poi la perde, ne conquista un’altra, poi finisce in nulla. Sono voti a perdere, sostanzialmente non fanno storia.







All the contents on this site are copyrighted ©.