A 70 anni dall’inizio della II Guerra Mondiale, i vescovi tedeschi e polacchi commemorano
a Berlino le vittime del conflitto
I vescovi tedeschi e polacchi hanno commemorato le vittime della II Guerra Mondiale,
nel 70.mo di inizio del conflitto, in una Concelebrazione eucaristica congiunta stamane
presso la Cattedrale berlinese di Sant’Edvige. Le celebrazioni ufficiali dell’inizio
del conflitto avverranno invece a Danzica, in Polonia, a partire da martedì 1 settembre
sulla penisola Westerplatte, dove vennero sparati i primi colpi di artiglieria. Presenzieranno
alla cerimonia molti capi di Stato e di governo, tra i quali anche il premier russo
Putin. Stefano Leszczynski ha chiesto al prof. Victor Zalslavsky, storico
e docente presso la LUMSA di Roma, se questa guerra che scovolse l'intero Pianeta
sia dimenticata nel sentimento collettivo:
R. – No,
assolutamente no. In Russia specialmente non è dimenticata, anzi, ogni anno vengono
sempre celebrate manifestazioni commemorative legate a date e battaglie della Seconda
Guerra Mondiale. Per cui questa guerra non è stata affatto dimenticata ma è diventata
il centro dell’identità collettiva della Russia.
D.
– Quello che oggi colpisce è notare tante zone di confine miste. Questo viene vissuto
adesso come un elemento arricchente dell’Europa, mentre un tempo era motivo di tensione
e di conflitto. Cos’è cambiato?
R. – Ci sono state
delle riconciliazioni tra Paesi come Polonia e Germania o anche tra Ucraina e Polonia.
Anche qui ci sono delle popolazioni miste, c’è scambio, c’è una libertà di movimento
e questo è molto importante. Dopo che l’Europa orientale è entrata a far parte della
Comunità europea sono avvenuti moltissimi cambiamenti – specialmente nell’Europa orientale
– ed oggi possiamo vedere che anche Paesi come l’Ucraina si stanno avvicinando alla
Comunità europea. Questo si può notare soprattutto dal punto di vista della collaborazione
tra questi Paesi come anche a livello d’individui, di singole persone.
D.
– Quanto è stato importante il ruolo della Chiesa nella riconciliazione dei Paesi
che erano nemici durante la Seconda Guerra Mondiale?
R.
– Il ruolo della Chiesa cattolica in Polonia è stato sempre cruciale, come anche in
Ucraina. Da questo punto di vista dobbiamo anche vedere quello che succederà il 1
settembre, data in cui è previsto il viaggio di Vladimir Putin – il primo ministro
russo – in Polonia, a Danzica. Speriamo che questo spirito di riconciliazione tocchi
anche la Russia.
D. – I rancori scatenati dal secondo
conflitto mondiale sono secondo lei ancora motivo, oggi, di preoccupazione in Europa?
R.
– Penso e spero di no. Mi pare che questi rancori non ci siano. Proprio sul punto
della riconciliazione guardiamo che lavoro ha fatto la Germania per stabilire questo
senso di riconciliazione, di pacificazione, riconoscendo anche le colpe e dire “non
succederà mai più”.