Pakistan: la polizia denuncia i cristiani vittime delle violenze a Gojra
Da vittime delle persecuzioni ad indagati. È la sorte di un gruppo di cristiani a
Gojra, nel Punjab, rimasti vittime il primo agosto scorso di attacchi compiuti da
estremisti. I fondamentalisti hanno bruciato case e ucciso otto persone. All’indomani
del massacro - ricorda AsiaNews - i cristiani avevano accusato le forze dell’ordine
di non essere intervenute per fermare gli assalitori. Nei giorni che hanno preceduto
l’attacco, la polizia aveva ricevuto segnalazioni di possibili violenze da parte degli
estremisti islamici, ma non ha adottato alcun provvedimento per scongiurare la tragedia.
Ma gli agenti di Gojra – riferisce AsiaNews - hanno denunciato 29 cristiani e 100
persone non meglio identificate, per un presunto “coinvolgimento” nelle violenze.
Tra le personalità cristiane finite nel mirino degli agenti vi sono anche il vescovo
anglicano John Samuel, della Church of Pakistan di Faisalabad e Finyas Paul Randhawa,
rappresentante del consiglio cittadino. Gli attivisti per i diritti umani definiscono
la decisione delle forze dell’ordine una “vendetta” contro le vittime delle violenze.
“Condanniamo in modo netto questa decisione della polizia” denuncia Atif Jamil, direttore
di una ong locale: “Costituisce una vendetta degli agenti e dell’amministrazione distrettuale
contro le vittime cristiane degli incidenti di Gojra”. L’attivista aggiunge che si
tratta di accuse “prive di fondamento”, avanzate con il solo scopo di “coprire le
responsabilità della polizia e inficiare il processo contro i colpevoli”. Ribadisce
poi che “coinvolgere nella vicenda il vescovo John Samuel, un leader religioso cristiano,
è sbagliato perché nessuno dei nostri leader religiosi è implicato nelle violenze”.
Atif Jamil denuncia infine il comportamento “ambiguo” del governo, che da un lato
“ha iniziato il processo di ricostruzione a Gojra” e dall’altra “minaccia” la comunità
cristiana locale, che porta ancora i “traumi” per le violenze subite. (A.L.)