Aperto a Padova il campo estivo dell'Azione Cattolica dedicato ai seminaristi. Interviste
a Franco Miano e mons. Sandro Panizzolo
Seminaristi di tutta Italia a Padova a “scuola” di Azione cattolica. Da oggi, fino
al 30 agosto prossimo un centinaio i futuri presbiteri, provenienti da tutte le regioni
e diocesi d'Italia, parteciperanno al campo estivo proposto dall'Azione cattolica
nazionale. L'iniziativa vedrà la partecipazione, tra gli altri, dell'assistente generale
di Azione cattolica, mons. Domenico Sigalini, vescovo di Palestrina. Davide Dionisi
ha chiesto al presidente nazionale dell’Aci, Franco Miano, quali sono gli
obiettivi principali dell’iniziativa e a mons. Sandro Panizzolo, rettore uscente
del seminario Maggiore di Padova e redattore della “Ratio” sui seminari in Italia,
come è cambiata negli anni la figura del seminarista:
R. - L’obiettivo
fondamentale è quello di far conoscere l’Azione Cattolica, che è associazione radicata
nelle Chiese locali e nella parrocchia, a coloro che saranno i futuri sacerdoti per
sottolineare, in modo particolare, questo essere insieme nella Chiesa corresponsabili
della missione, che è anche il titolo che abbiamo scelto quest’anno per il campo seminaristi.
La particolarità, inoltre, è data dal fatto che ogni anno questo avvenimento si svolge
in una diocesi diversa, proprio per rimarcare con forza il legame tra l’Associazione
e una Chiesa locale concreta, rappresentata anche in modo particolare dal suo presbiterio.
D.
- Come si articola la proposta?
R. - La proposta
si articola in più livelli. Da un lato, c’è un approfondimento di fondo delle problematiche
di ordine teologico e culturale, che fondamentalmente sono legate alla presenza dell’Azione
Cattolica nella Chiesa locale, tra ministerialità e annuncio, e della reciprocità
tra sacerdoti e laici, che rappresenta un punto di forza della proposta dell’Azione
Cattolica, da sottolineare tanto più poi in questo Anno sacerdotale. Quindi, alcuni
elementi forti di contenuto, con un confronto sul significato stesso della comunione,
della corresponsabilità nella vita della Chiesa.
D.
- Mons. Sandro Panizzolo, come è cambiata negli anni la formazione sacerdotale? R.
- L’aggiornamento della formazione sacerdotale risente molto della diversa figura
del prete, che viene proposta dal Concilio, dalla Pastores dabo vobis, dalla
“Nuova Ratio” italiana. Questi documenti presentano la figura del prete in chiave
non più prevalentemente culturale, ma pastorale. E allora, in questa prospettiva,
il prete non è più considerato al di fuori o sopra la comunità, ma profondamente inserito
in essa, discepolo e pastore allo stesso tempo. D. - Vogliamo
tracciare insieme il profilo del seminarista oggi...
R.
- Il seminarista oggi è un autentico credente, inserito pienamente nell’esperienza
della sua Chiesa diocesana e poi capace di relazioni ampie, appassionato della Chiesa
e proiettato verso le nuove evangelizzazioni.
D.
- Iniziative come questa, promossa dall’Azione Cattolica e dal Seminario Maggiore
di Padova, in che modo possono contribuire alla crescita del seminarista?
R.
- Innanzitutto, gli fanno scoprire la bellezza della collaborazione, della dinamica
sinodale, il rispetto nei confronti dei laici, che hanno sensibilità, spiritualità
e carismi diversi dai loro. (Montaggio a cura di Maria Brigini)