Taiwan: il tifone Morakot ha causato almeno 500 morti e 25 mila senza tetto
Il tifone Morakot ha colpito Taiwan con una violenza inaspettata, la più potente in
oltre mezzo secolo. In poche ore il tifone ha riversato sull’isola decine di centimetri
di pioggia, sommergendo case e strade, distruggendo ponti e strutture. Ieri il governo
di Taipei - riferisce l'agenzia AsiaNews - ha confermato che sono morte 292 persone
e che altre 395 sono disperse. Il presidente Ma Ying-jeou, criticato per la lentezza
con cui i soccorsi sono giunti alle popolazioni, ha detto che il bilancio finale dei
morti potrebbe superare le 500 vittime. Più di 25 mila persone sono senza tetto. A
tutt’oggi, mentre diverse strade e case vengono riparate, almeno 6 mila sfollati vivono
in tende o alloggi di fortuna. L’alluvione di acqua e fango ha distrutto 136.400 case
e inferto danni all’agricoltura per 14,4 miliardi di dollari di Taiwan (circa 300
milioni di euro). Il padre Paolo Spanghero, missionario del Pime, parroco in una zona
della montagna taiwanese nel sud, fra le più colpite dal tifone, pochi giorni fa ha
scritto ai suoi confratelli che “villaggi interi sono stati spazzati via da roccia
e fango che diventano come fiumi liquidi e mortali che invadono tutto. Quel che è
più doloroso – afferma padre Spanghero - è il bilancio di vite umane. Nel villaggio
di Hsiaolin, 500 persone sono state seppellite nelle loro case distrutte. I pochi
superstiti non vogliono che si scavi nella nuova collina che si è formata. Vogliono
farne un cimitero unico e un memoriale. Anche la cittadina di Chisan dove c’è il seminario
Redemptoris Mater, è stata in gran parte invasa dall’acqua e dal fango ed è stata
quasi del tutto isolata”. (R.P.)