2009-08-23 16:32:20

Da domani a Barletta la Settimana Liturgica nazionale


Saranno cinque giornate di riflessione sul valore della penitenza e sulla riconciliazione con Dio. Fedeli, sacerdoti e operatori provenienti da tutta Italia si riuniranno da domani per la sessantesima edizione della Settimana Liturgica Nazionale. Sarà l’Arcidiocesi di Trani-Barletta-Bisceglie e Nazareth, in Puglia, ad ospitare l’appuntamento religioso che terminerà venerdì 28 agosto. Mariella Pugliesi ha intervistato mons. Felice Di Molfetta, vescovo di Cerignola - Ascoli Satriano e presidente del Centro di Azione Liturgica: RealAudioMP3

R. – La Settimana liturgica, nella piena fedeltà alla sua tradizione e al magistero dei sommi pontefici, intende davvero riscoprire la realtà di questo dono pasquale, qual è il dono della penitenza o della riconciliazione. In tal senso, proprio perché l’uomo d’oggi ha particolarmente bisogno di riscoprire questa tenerezza di Dio in questo tempo. Noi, come dice il Papa, dovremmo riscoprire la priorità pastorale di una formazione della coscienza. Credo che l’Anno Sacerdotale dovrebbe essere un forte richiamo a noi presbiteri come padri che rivelano attraverso questo sacramento la tenerezza e l’amore di Dio senza misura.

 
D. – Quali sono le sfide di oggi per un sacerdote?

 
R. – Le sfide sono di avvertire quello che il Santo Padre non poche volte denunzia: l’atteggiamento del relativismo etico, l’atteggiamento dell’indifferentismo. In tal senso la sfida di ogni sacerdote chiamato a proclamare il Vangelo della misericordia è sempre incombente, perché di fronte a quella vanità che dovrebbe essere lontana da Dio, il sacerdote può avvertire anch’egli uno scoramento, un disagio, un segno di sconfitta. All’interno dell’economia della salvezza non è il peccato a dover essere detto come ultima parola ma è la vita che il Risorto ci offre. Credo che noi ministri della misericordia dovremmo puntare non sulla nostra debolezza, la nostra miseria, i nostri disagi, le nostre difficoltà pastorali, bensì sulla certezza che è fiducia indefettibile, incrollabile nei confronti di questo Dio che è sempre presente, sempre all’opera per la nostra salvezza.

 
D. – Quali sono le sue aspettative per queste giornate di preghiera e confronto?

 
R. – Sono quelle – e non possono non esserlo – in perfetta linea e consonanza, proprio secondo quello che il Santo Padre ci ha detto, proprio nell’intervento fatto alla Penitenzieria Apostolica. Come tutti i sacramenti anche quello della penitenza richiede una catechesi previa, una catechesi mistagogica, e quindi un risvegliare la coscienza in tutti i credenti sulla realtà del peccato ma soprattutto su questo bagno all’interno del lavacro misericordioso del nostro Dio. Il sacramento è opera di Dio, è opera del Cristo Signore Risorto che ci fa celebrare attraverso l’evento sacramentale la sua stessa Pasqua.







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