Conclusa la missione dei vescovi Usa a Cuba: un ponte tra i due Paesi
Si è conclusa ieri la visita a Cuba di tre vescovi statunitensi. Una missione dal
“valore immenso” ha detto mons. Juan de Dios Hernández, segretario generale della
Conferenza episcopale cubana. L'arcivescovo di Boston, cardinale Sean O' Malley, il
vescovo di Orlando (Florida) mons. Thomas Wenski e l'ausiliare di San Antonio (Texas)
mons. Oscar Cantù, hanno visitato tre diocesi, l'Avana, Santiago di Cuba e Holguin,
per seguire di persona le numerose iniziative di solidarietà che la Chiesa cubana
sta realizzando grazie all'aiuto dei cattolici statunitensi. In particolare, i presuli
hanno voluto conoscere l'andamento dei progetti di ricostruzione dopo il passaggio,
l'anno scorso, di diversi uragani che hanno provocato morti e devastazioni. Sulla
ricostruzione i vescovi americani hanno parlato anche con il presidente dell'Assemblea
nazionale Ricardo Alarcón: secondo mons. Juan de Dios Hernández si è trattato di "un
incontro di grande cordialità, ascolto attento e dialogo fraterno”. D'altra parte
è stata affrontata anche la questione dei rapporti politici fra Cuba e Stati Uniti
e le parti hanno concordato sulla "necessità di tendere ponti fra i due Paesi (...)
per arrivare, in un modo graduale e sistematico alla fine dell'embargo commerciale
e finanziario” che Washington mantiene sull'isola dal 1962, a partire dalla "crisi
dei missili”. “E’ stata una conversazione molto seria in un clima di amicizia e cordialità",
ha raccontato il segretario dell’Episcopato cubano. Martedì scorso, durante una conferenza
stampa, i presuli statunitensi avevano già ribadito la loro posizione a favore della
fine del cosiddetto “blocco”, così come hanno chiesto i vescovi di Cuba e come fece
lo stesso Giovanni Paolo II alla vigilia della sua storica visita del 1998. Mons.
Wenski ha osservato che anche questi “incontri, fra vescovi e comunità ecclesiali
possono aiutare a creare un nuovo clima fra le due nazioni. Si tratta di alimentare
fiducia reciproca e di non perdere mai un’opportunità che possa accrescere questo
clima", ha aggiunto. Opinioni quasi identiche sono state espresse anche durante l’incontro,
martedì scorso, fra il cardinale O'Malley e l’arcivescovo dell'Avana, il cardinale
Jaime Ortega. I vescovi statunitensi e due consulenti, padre Jonathan Gaspar e padre
Andrew Small, incaricato dell’Episcopato per i rapporti con le Chiese latinoamericane
e caraibiche, hanno concelebrato la Santa Messa nel Santuario della Madonna de la
Caridad del Cobre, e hanno visitato il nuovo seminario della capitale ancora in costruzione
e i luoghi dove si sviluppano diversi progetti sostenuti con gli aiuti dei cattolici
statunitensi che ormai sono pari a un milione di dollari. Divisi in gruppi, i membri
della delegazione episcopale hanno anche incontrato le autorità della Caritas cubana,
i più alti funzionari dell' Ufficio di rappresentanza statunitense all'Avana e gli
organi di Stato che si occupano dei rapporti con le confessioni religiose come l'Ufficio
che guida la signora Caridad Diego. Il cardinale O’Malley, prima di congedarsi, ha
assicurato che sarà dato un aiuto speciale per il restauro del Santuario della Madonna
del Cobre - che si prepara a celebrare nel 2012 il suo quarto centenario – e, auspicando
“i cambiamenti necessari voluti del popolo cubano”, ha confermato che, dopo aver visitato
periodicamente l'isola negli ultimi 20 anni, questa volta ha trovato "miglioramenti
notevoli". (A cura di Luis Badilla)