Memoria di San Bernardo di Chiaravalle. Il Papa: nella sintesi del monachesimo occidentale
tra ricerca di Dio e cultura del lavoro è nata l'Europa moderna
Oggi la Chiesa celebra la memoria liturgica di San Bernardo di Chiaravalle, abate
e dottore della Chiesa, padre dei Cistercensi. Un santo di cui Benedetto XVI ha parlato
più volte sottolineandone il particolare equilibrio tra azione e preghiera, tra lavoro
e ricerca di Dio: una sintesi da cui è nata la cultura europea. Il servizio di Sergio
Centofanti. San
Bernardo, vissuto tra l’XI e il XII secolo, è tra i protagonisti della “straordinaria
esperienza del monachesimo occidentale” che salvò la cultura antica permettendo la
nascita di una nuova. Senza la cultura del lavoro dei monaci medioevali – afferma
il Papa – “lo sviluppo dell’Europa sarebbe impensabile”. Bernardo nasce a Digione,
in Francia, nel 1091. A 25 anni è abate del monastero di Chiaravalle. Rimprovera
i monaci che vivono nel benessere mentre i poveri muoiono di fame. Ma riconosce con
umiltà i suoi limiti cercando di dominare un temperamento impetuoso. “Per lui – ricorda
il Papa nell’Angelus del 20 agosto 2006 - la forza più grande della vita spirituale
è l’amore”:
“Dio, che è Amore, crea l’uomo per
amore e per amore lo riscatta; la salvezza di tutti gli esseri umani, mortalmente
feriti dalla colpa originale e gravati dai peccati personali, consiste nell’aderire
fermamente alla divina carità, rivelataci pienamente in Cristo crocifisso e risorto.
Nel suo amore Dio risana la nostra volontà e la nostra intelligenza malate, innalzandole
al più alto grado di unione con Lui, cioè alla santità e all’unione mistica”.
San
Bernardo desidera “vivere immerso nella valle luminosa della contemplazione” ma è
costretto ad un’attività instancabile: fonda 68 monasteri, che oltre ad essere centri
religiosi sono scuole di cultura, agricoltura e manifattura. Viaggia in tutta Europa
al servizio del Papa per riportare la pace tra le nazioni. Ma tutto parte dal silenzio
della preghiera, perché per lui ciò che è essenziale è cercare Dio:
“Occorre
guardarsi, osserva il santo, dai pericoli di una attività eccessiva, qualunque sia
la condizione e l’ufficio che si ricopre, perché - così dice al Papa di quel tempo
e a tutti i Papi, a tutti noi - le molte occupazioni conducono spesso alla ‘durezza
del cuore’, ‘non sono altro che sofferenza dello spirito, smarrimento dell’intelligenza,
dispersione della grazia’…Quanto utile è anche per noi questo richiamo al primato
della preghiera! (Angelus del 20 agosto 2006)
La
parola che, a questo riguardo, Bernardo rivolge a Papa Eugenio III, già suo discepolo
a Chiaravalle, è provocatoria:
"’Ecco - egli
scrive - dove ti possono trascinare queste maledette occupazioni, se continui a perderti
in esse… nulla lasciando di te a te stesso’. Quanto utile è anche per noi questo richiamo
al primato della preghiera e della contemplazione! Ci aiuti a concretizzarlo nella
nostra esistenza San Bernardo, che seppe armonizzare l’aspirazione del monaco alla
solitudine e alla quiete del chiostro con l’urgenza di missioni importanti e complesse
al servizio della Chiesa”. (Angelus del 20 agosto 2006)
San
Bernardo cerca Dio lasciandosi guidare da Maria che paragona alla stella a cui i naviganti
guardano per non smarrire la rotta. Il Papa cita la celebre invocazione del santo
di Chiaravalle:
“‘Nell’ondeggiare delle vicende
di questo mondo, più che camminare per terra hai l’impressione di essere sballottato
tra i marosi e le tempeste; non distogliere gli occhi dal fulgore di questa stella,
se non vuoi essere inghiottito dalle onde… Guarda la stella, invoca Maria… Seguendo
Lei non sbagli strada… Se Lei ti protegge non hai paura, se Lei ti guida non ti affatichi,
se Lei ti è propizia giungi alla meta’” (Hom. super Missus est, II, 17). (Angelus
del 20 agosto 2006)