2009-08-19 14:46:18

Sri Lanka: i monsoni aggravano la situazione nei campi profughi tamil


Le piogge monsoniche che si stanno abbattendo sullo Sri Lanka aggravano le condizioni di vita dei rifugiati raccolti nei campi profughi delle zone di Mannar e Vavuniya. Il centro più colpito è la Manik Farm in cui sono raccolti circa 280mila rifugiati di guerra di etnia tamil. Le Nazioni Unite affermano che circa 2mila ricoveri hanno subito gravi danni: 10mila persone sono rimaste prive dei ripari e dei servizi igienici. Gordon Weiss, portavoce Onu a Colombo, afferma che “l’impatto dei primi nubifragi è stato enorme e i danni causati dai monsoni destano serie preoccupazione”. David White, direttore di Oxfam per lo Sri Lanka, spiega che “il sito della Manik Farm non è agibile sia dal punto di vista logistico sia da quello tecnico e non saremo in grado di affrontare la stagione delle piogge”. Le prime precipitazioni abbattutesi sui campi hanno causato almeno cinque morti tra i profughi. Un ragazzo è rimasto ucciso dal crollo della latrina in cui si trovava. White spiega che “i servizi igienici dei campi sono allagati. Fango ed escrementi defluiscono verso le tende della gente e le zone comuni dove i rifugiati cucinano”. C’è il serio rischio di contaminazione dell’acqua potabile il che “aumenta il rischio della diffusione di malattie”. Nimalka Fernando, avvocato srilankese e attivista per i diritti umani, dice ad AsiaNews che “i profughi nei campi di Vavuniya non sono trattati come vittime del conflitto, ma come criminali di guerra”. (V.V.)







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