Mons. Bruguès: il seminario sia una "scuola della felicità dell'essere sacerdoti"
Un testo “breve, incisivo e molto chiaro” sulla formazione dei candidati al sacerdozio
potrebbe essere pubblicato al termine dell’Anno sacerdotale. L’iniziativa è allo studio
della Congregazione per l’Educazione Cattolica che ha intenzione di proporre nei prossimi
mesi la convocazione della Commissione interdicasteriale permanente per la formazione
dei candidati agli ordini sacri. E’ quanto ha annunciato in un’intervista rilasciata
all’Osservatore Romano il segretario del dicastero vaticano, l’arcivescovo Jean-Louis
Bruguès. Il presule sottolinea, in particolare, la centralità dell'opera educativa
nella missione della Chiesa. Il servizio di Amedeo Lomonaco:
L’opera educativa
della Chiesa contribuisce a valorizzare il sapere e la cultura unendo lo sforzo pedagogico
ad una formazione integrale della persona. “Una buona formazione - spiega l’arcivescovo
Jean-Louis Bruguès – è quella capace di adattarsi all’evolversi e ai cambiamenti della
società”. Ma nelle società secolarizzate – aggiunge - rischia di essere dimenticata
la dimensione spirituale. In Italia, anche se la società si è secolarizzata – fa notare
il presule - la Chiesa ha comunque “saputo restare molto presente nella vita sociale
come nella vita politica”. Ci sono poi Paesi, soprattutto dell’Africa e dell’America
Latina, dove emerge soprattutto il ruolo sociale dei presbiteri. Il sacerdote, nel
suo ruolo di “mediatore tra cielo e terra”, “agisce in persona Christi” ed è al servizio
della comunità cristiana della Chiesa e della società. Per questo – aggiunge il presule
– occorre che il seminario sia una scuola dove far risplendere la “felicità” e il
“gusto” dell’essere sacerdoti. L’auspicio, espresso dall’arcivescovo Jean-Louis Bruguès,
è che “la comunità dei fedeli si senta responsabile del sacerdote che la guida”. Ricordando
infine l’importanza dell’educazione, “condizione indispensabile per il funzionamento
della democrazia, per la lotta contro la corruzione, per l’esercizio dei diritti politici
e sociali”, il presule indica due vie: per rendere ancora più fruttuoso lo sforzo
pedagogico – afferma - c’è anche bisogno di “generosità” e di “discernimento” nell’accogliere
le nuove generazioni: si tratta di discernere in loro ciò che si deve incoraggiare
da ciò che si deve correggere.