2009-08-19 15:11:20

Il terrorismo dei talebani minaccia le elezioni in Afghanistan


In Afghanistan è guerra dichiarata da parte dei talebani alle elezioni presidenziali e amministrative che si terranno domani in tutto il Paese. Di ora in ora si susseguono gravi attacchi dei ribelli ai punti più sensibili della capitale Kabul e dellle altre regioni, attentati che coinvolgono, in un sempre più pesante tributo di sangue, civili, militari locali e della forza internazionale. Da Kabul le ultime notizie nel servizio di Barbara Schiavulli:RealAudioMP3

Strade deserte, negozi chiusi: la festa dell’indipendenza, che si celebra oggi, gli afghani la trascorrono a casa per paura degli attacchi promessi dai talebani in vista delle elezioni presidenziali e provinciali che si terranno domani. L’ultimo annuncio, diffuso dalla militanza, è che per le vie di Kabul si stanno aggirando una ventina di kamikaze pronti a farsi esplodere. Nel sud continuano gli attacchi ai seggi, molti dei quali resteranno chiusi; si parla di un 10 per cento delle settemila sedi elettorali che da domani accoglieranno i coraggiosi cittadini decisi a deporre la scheda, sfidando ogni possibile violenza. Oggi, intanto, la capitale è rimasta col fiato sospeso durante l’assedio ad una banca in pieno centro, ad un paio di chilometri dal palazzo presidenziale, occupata da un commando di uomini, poi eliminati dalla polizia dopo quattro ore di scontri a fuoco. Nella provincia di Ghazni quattro poliziotti sono stati uccisi dal fuoco amico di un elicottero della Nato che li ha scambiati per militanti durante un’operazione. Una famiglia è stata invece spazzata via dalla provincia di Takhar da una mina piazzata sulla strada. Per domani il presidente Karzai, dato per favorito in queste elezioni, ma che rischia, comunque, di andare al ballottaggio se non raggiungerà il 51 per cento delle preferenze, ha chiesto che vengano interrotte le attività militari delle truppe straniere. “Faremo quello che ci è stato chiesto – ha confermato il generale Bertolini, capo di Stato Maggiore della Nato a Kabul – ma questo non ci toglie il diritto, se veniamo attaccati, di difendere noi e soprattutto la popolazione afghana”.
 
L’insicurezza getta, dunque, un’atmosfera di grande preoccupazione sullo svolgimento e sulla riuscita di questa tornata elettorale. A Simona Lanzoni, di Pangea Onlus, promotrice di diversi progetti di sviluppo in favore della popolazione afghana, Stefano Leszczynski ha chiesto quale sia il clima in cui gli elettori afghani si preparano all’appuntamento di domani.RealAudioMP3

R. - La popolazione è abbastanza terrorizzata per le minacce, da un lato dei talebani e dall’altro proprio per la tensione politica che regna in questi giorni, non solo a Kabul ma in tutto l’Afghanistan.
 
D. – Quindi un clima che verosimilmente è destinato a influenzare parecchio l’andamento di questo voto?
 
R. – Decisamente sì. Ricordiamoci che negli ultimi 10 giorni i talebani hanno cominciato a fare serie e pesanti minacce a tutta la popolazione, soprattutto a sud. Hanno fatto pressioni nelle moschee attraverso volantinaggi, attraverso messaggi radio che riescono a entrare nelle frequenze delle altre emittenti, dicendo che tutte le persone che verranno trovate con l’inchiostro indelebile sulle dita, avranno come punizione il taglio del dito. Poi sul versante strettamente elettorale si parla di possibili frodi e di acquisto di voti a sud come a nord dell’Afghanistan.
 
D. – Come uscire da questa empasse, come riuscire a garantire ai civili afghani di essere artefici del proprio futuro anche politico?
 
R. – Sarà molto difficile questa volta perché non sarà come l’ultima volta, in cui la gente aveva veramente la speranza in un cambiamento ed è uscita in massa a votare. Questa volta molte persone hanno venduto le loro carte elettorali pur di non recarsi al voto. Molto spesso sono talmente remoti i villaggi in cui si trovano che comunque non hanno neanche vicino a loro una sede elettorale. Quindi non andranno comunque a votare. Nelle città, malgrado lo sforzo che è stato fatto, anche dalla società civile a spingere le persone ad andare a votare, la paura è comunque il sentimento che prevale. Quindi sarà molto difficile questa giornata di domani, malgrado l’intervento militare internazionale nel voler assicurare a tutti la possibilità di andare a votare.
 
E sempre sul clima pre-elettorale in Afghanistan, Giancarlo La Vella ha raggiunto telefonicamente a Kabul Maurizio Salvi, inviato dell’Ansa per queste fondamentali elezioni:RealAudioMP3

R. – E’ praticamente impossibile immaginare una situazione di tensione maggiore di questa in una vigilia elettorale. Bisogna dire che qui a Kabul perfino gli afghani, che sono da anni abituati ad attacchi, attentati e bombe, sono, in questo momento, estremamente preoccupati. Le strade di Kabul sono quasi deserte.
 
D. – Tra la gente prevale la paura oppure c’è la consapevolezza dell’importanza di andare comunque al voto?
 
R. – Ho la sensazione che i processi di cambiamento istituzionale innescati in questo Paese siano stati un po’ troppo rapidi. Credo che la situazione risenta ancora della precedente amministrazione statunitense e della dottrina dell’ex presidente Bush di voler esportare la democrazia a tutti i costi. Quello che posso dire è che in gran parte la gente non è preparata ad un salto verso un sistema democratico di stile occidentale. C’è partecipazione e consapevolezza dell’importanza del voto, ma l’opinione pubblica sembra apparentemente divisa tra chi è disposto a sostenere a spada tratta questo progetto d’instaurare una democrazia di stile occidentale e chi, invece, sente ancora molto forte la tradizione della storia di un’altra forma di democrazia, che naturalmente è ben altra cosa rispetto ai talebani. I talebani sono una forma di reazione, anche terroristica, che s’innesta in una realtà culturale diversa da quella occidentale.







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