Il Papa all'udienza generale: formazione permanente dei sacerdoti indispensabile
perché la nuova evangelizzazione non sia solo uno slogan
La necessità di una formazione permanente dei sacerdoti è stata ribadita oggi dal
Papa durante l’udienza generale a Castel Gandolfo. Benedetto XVI invita i fedeli a
pregare in particolare, in questo Anno sacerdotale, per i seminaristi. Tra i presenti
anche alcuni pellegrini giunti dall’India e dalla Nigeria. Il servizio di Sergio
Centofanti.
Al centro
della catechesi odierna la figura di san Giovanni Eudes, “apostolo infaticabile della
devozione ai Sacri Cuori di Gesù e Maria”, in un tempo, il XVII secolo, dominato da
ideologie che promuovevano “il disprezzo per la fede cristiana”. Un periodo in cui
l’Europa era devastata dalle guerre e – nota il Papa – anche le anime erano devastate.
Nello stesso tempo tuttavia “lo Spirito Santo suscitava un rinnovamento spirituale
pieno di fervore con personalità di alto rilievo”. Tra queste c’era san Giovanni Eudes:
nato in Normandia nel 1601 fu un testimone ardente del Vangelo fino alla sua morte
avvenuta nel 1680. L’opera del Santo si inserisce nella scia del Concilio di Trento: “Il
Concilio di Trento, nel 1563, aveva emanato norme per l'erezione dei seminari diocesani
e per la formazione dei sacerdoti, in quanto il Concilio era ben consapevole che tutta
la crisi della riforma era anche condizionata da un'insufficiente formazione dei sacerdoti,
che non erano preparati per il sacerdozio in modo giusto, intellettualmente e spiritualmente,
nel cuore e nell'anima. Questo nel 1563; ma siccome l'applicazione e la realizzazione
delle norme tardavano sia in Germania, sia in Francia, san Giovanni Eudes vide le
conseguenze di questa mancanza. Era mosso dalla lucida consapevolezza del grave bisogno
di aiuto spirituale, in cui versavano le anime proprio a causa anche dell’inadeguatezza
di gran parte del clero”. Così San Giovanni
Eudes istituì una Congregazione dedita in maniera specifica alla formazione dei sacerdoti.
Il cammino di santità che proponeva “aveva come fondamento una solida fiducia nell’amore
che Dio ha rivelato all’umanità” nei Cuori di Gesù e Maria: “In
quel tempo di crudeltà, di perdita di interiorità, egli si rivolse al cuore, per dire
al cuore una parola dei Salmi molto ben interpretata da sant'Agostino. Voleva richiamare
le persone, gli uomini e soprattutto i futuri sacerdoti al cuore, mostrando il cuore
sacerdotale di Cristo e il cuore materno di Maria. Di questo amore del cuore di Cristo
e di Maria ogni sacerdote deve essere testimone e apostolo. E qui arriviamo al nostro
tempo. Anche oggi si avverte la necessità che i sacerdoti testimonino l’infinita misericordia
di Dio con una vita tutta ‘conquistata’ dal Cristo, ed apprendano questo fin dagli
anni della loro preparazione nei seminari”. Il Papa
ricorda l’Esortazione apostolica “Pastores dabo vobis” di Giovanni Paolo II che ha
aggiornato le norme del Concilio tridentino sulla formazione del clero: “Papa
Giovanni Paolo II … sottolinea soprattutto la necessaria continuità tra il momento
iniziale e quello permanente della formazione; questo per lui, per noi è un vero punto
di partenza per un’autentica riforma della vita e dell’apostolato dei sacerdoti, ed
è anche il punto nodale affinché la ‘nuova evangelizzazione’ non sia semplicemente
solo uno slogan attraente, ma si traduca in realtà”. “Le
fondamenta poste nella formazione seminaristica – ha rilevato Benedetto XVI – costituiscono
quell’insostituibile ‘humus spirituale’ nel quale ‘imparare Cristo’, lasciandosi progressivamente
configurare a Lui, unico Sommo Sacerdote e Buon Pastore. Il tempo del seminario va
visto pertanto – ha aggiunto - come l’attualizzazione del momento in cui Gesù, dopo
aver chiamato gli apostoli e prima di mandarli a predicare, chiede loro di stare con
Lui”: “Quando san Marco racconta la vocazione dei dodici
apostoli, ci dice che Gesù aveva un duplice scopo: il primo era che stessero con Lui,
il secondo che fossero mandati a predicare. Ma andando sempre con Lui, realmente annunciano
Cristo e portano la realtà del Vangelo al mondo”. Il
Papa infine invita i fedeli a pregare in quest’Anno sacerdotale “per quanti si preparano
a ricevere il dono straordinario del sacerdozio” e con le parole di San Giovanni Eudes
si rivolge direttamente ai presbiteri: “Donatevi a Gesù,
per entrare nell’immensità del suo grande Cuore, che contiene il Cuore della sua Santa
Madre e di tutti i santi, e per perdervi in questo abisso di amore, di carità, di
misericordia, di umiltà, di purezza, di pazienza, di sottomissione e di santità”.