2009-08-19 15:01:36

Disarmo, clima e crisi energetica al centro del Seminario di Erice


Sarà come ogni anno il centro di cultura scientifica “Ettore Majorana” di Erice, borgo in provincia di Trapani, la sede delle giornate di studio sulle emergenze planetarie. 120 scienziati provenienti da tutto il mondo si confronteranno da domani fino a domenica prossima su disarmo e proliferazione nucleare, clima e crisi energetica. Mariella Pugliesi ha chiesto le finalità dei seminari internazionali di Erice al presidente della Federazione mondiale degli scienziati e ideatore dell’iniziativa, il prof. Antonino Zichichi:RealAudioMP3

R. – Dare chiarezza e rigore ai temi sui quali è impegnata tutta l’umanità, perché non dobbiamo dimenticare che le emergenze planetarie sono 63. Noi vogliamo contribuire in modo rigorosamente scientifico a chiarire quali sono le tematiche su cui è meglio impegnarsi.
 
D. – Nell’enciclica “Caritas in veritate” Benedetto XVI parla di una necessaria sensibilità ecologica dei Paesi altamente industrializzati a favore dei Paesi poveri. Come si può vivere il pianeta con responsabilità?
 
R. – La difesa della vita e della dignità umana devono essere al centro di ogni azione governativa, essendo noi l’unica forma di materia vivente dotata di ragione. Non si deve quindi operare contro questi principi fondamentali e non si devono neanche dimenticare le radici della nostra esistenza.
 
D. – Il prossimo dicembre si terrà, a Copenaghen, la Conferenza delle Nazioni Unite sul clima. Una delle sessioni dei seminari sarà dedicata proprio ad un confronto sui modelli matematici applicati alla meteo-climatologia…
 
R. – Se vogliamo capire la logica del Creatore dobbiamo fare degli esperimenti ed è quello che noi facciamo, usando una matematica molto più rigorosa di quella usata dai meteo-climatologi. Non è vero che qualcuno può dimostrare oggi che le variazioni climatologiche – di cui si parla tanto – siano una conseguenza delle attività umane. A Copenaghen, perciò, farebbero bene a mettere sotto analisi il valore rigorosamente matematico di certi modelli.
 
D. – La produzione di petrolio diminuisce ma la domanda di energia mondiale cresce. Come si può affrontare la crisi energetica?
 
R. – Siamo un miliardo di privilegiati che hanno a loro disposizione la giusta quantità d’energia pro capite. I viaggiatori di questa navicella spaziale che gira attorno al Sole, la Terra, sono sei miliardi e mezzo. Noi siamo un miliardo e loro sono cinque miliardi e mezzo; di questi cinque miliardi e mezzo – secondo alcune stime delle Nazioni Unite – 800 milioni vivono avendo a loro disposizione la stessa quantità d’energia che avevano i nostri antenati dell’età della pietra e in questo gruppo, a tutt’oggi, si muore ancora per fame e per malattia. La risposta all’enorme crisi energetica mondiale è l’energia nucleare.
 
D. – Cosa significa fare scienza e quali sono i pericoli di un suo uso incontrollato?
 
R. – Fare scienza vuol dire studiare la logica di colui che ha fatto il mondo. La scienza, quindi, non può essere contro l’uomo, in quanto il libro della natura e la Bibbia hanno lo stesso autore. Quando c’è una scoperta scientifica vuol dire che è stato decifrato un passaggio di quel Libro. L’uso della scienza – come dice Giovanni Paolo II – non è più scienza. Ecco per quale motivo è determinante, per il progresso dell’umanità, non dimenticare l’insegnamento di Giovanni Paolo II e di Benedetto XVI, i quali insistono nel far capire al mondo i veri motivi che reggono la logica del Creato.







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