"La conoscenza è sempre un avvenimento": è il tema della 30.ma edizione del Meeting
di Rimini, al via il 23 agosto
Il 23 agosto, nei padiglioni della Fiera di Rimini, si inaugurerà la trentesima edizione
del Meeting per l'amicizia fra i popoli. L'edizione di quest'anno, il cui tema è "La
conoscenza è sempre un avvenimento", è stata presentata nel maggio scorso nella sede
dell'Unesco a Parigi, poi in una serie di incontri in Brasile, all'ambasciata italiana
a Washington e infine all'ambasciata italiana presso la Santa Sede a Roma. La forza
trainante del Meeting, e la sua capacità di parlare a popoli, culture, esperienze
completamente differenti, consiste nella costante domanda di senso che propone ogni
anno, una domanda comune a tutti gli esseri umani. Rosario Tronnolone ne ha
parlato con Emilia Guarnieri, presidente della Fondazione Meeting.
R. – La cosa
più stupefacente di questi 30 anni è questa domanda di significato: ‘Perché ci siamo?’
La domanda ‘Perché abitiamo questa terra?’ Tarkovsky l’anno che venne
al Meeting disse: “Se non avessimo più questa domanda non saremmo più degni di chiamarci
uomini”. Proprio questa domanda - abbiamo sperimentato in questi trenta anni - è ciò
che mette veramente insieme tutti. Non solo mette insieme, ma crea proprio un’occasione
di rapporto. Perché la domanda di senso è qualcosa che è prima e al di là di ogni
ideologia, prima e al di là di ogni differenza. E questo è ciò che ha portato in tutti
questi anni centinaia e centinaia di ospiti, di relatori al Meeting, che continua
a portare tutti i visitatori. E’ incredibile, perché è una di quelle cose cui io alle
volte penso e dico: “Ma è proprio vero? Sì è proprio vero!” E’ vero che questo è ciò
che interessa a tutti gli uomini.
D. – L’edizione
di quest’anno sarà inaugurata dallo spettacolo teatrale “Miguel Mañara” di Milosz.
Perché questa scelta?
R. - “Miguel Mañara” è un testo
caro alla nostra storia, alla nostra esperienza, è un testo che don Giussani ci ha
sempre letto e con il quale ha sempre accompagnato la nostra storia cristiana. Il
“Miguel Mañara” è la vicenda di un uomo che non ha mai rinunciato al suo desiderio
– “il desiderio è qui più forte e più ardente che mai”, dice lui nella prima scena
– e il suo desiderio lo ha portato al peccato, alla trasgressione, alla corruzione
e, in fondo lo sta portando – e questo è l’inizio del dramma – anche alla distruzione
di se stesso, proprio perché questo desiderio, non avendo trovato l’oggetto suo ultimo,
è diventato ormai soltanto noia, dice appunto Mañara. Sono alcuni incontri che Mañara
fa nella sua vita che lo condurranno proprio a non abbandonare il suo desiderio, ma
a trovare il compimento totale del suo desiderio. Quindi, è una vicenda che centra
il cuore del grande tema del Meeting e che soprattutto centra il cuore del tema di
quest’anno, che è: “La conoscenza è sempre un avvenimento”. Mañara conosce sempre
più la verità della sua vita attraverso avvenimenti che gli accadono.
D.
– Altri importanti appuntamenti del Meeting sono le mostre. Vuole parlarci di qualcuna
in modo particolare...
R. – Le mostre del Meeting,
anche quest’anno, hanno varie angolature. Abbiamo mostre d’arte, con una bellissima
mostra sul ’400 italiano: “L’avventura della conoscenza” nella pittura di Masaccio,
Beato Angelico e Piero della Francesca; un’altra mostra sarà sulle basiliche
cristiane. E poi avremo delle mostre che invece fanno incontrare pezzi di realtà.
Quest’anno il pezzo di realtà è il rione Sanità di Napoli. Avremo, quindi, mostre
storiche, per esempio quella sulle “Reducciones” del Paraguay, che è stata fatta da
una persona – padre Aldo Trento – che attualmente è missionario in Paraguay e che
è andato lì proprio sulla spinta e sulla mossa di rifare in quei luoghi quello che
i gesuiti avevano fatto al tempo delle “Reducciones”. Questi sono alcuni flash sugli
eventi di quest’anno. (Montaggio a cura di Maria Brigini)