2009-08-17 14:58:02

Chiusura del VII centenario della morte di Santa Chiara da Montefalco


Si concludono oggi a Montefalco, in Umbria, le celebrazioni per il settimo centenario della morte di Santa Chiara della Croce. Nel giorno in cui la Chiesa ricorda la religiosa agostiniana, nella cittadina umbra, nel monastero in cui la santa è vissuta fra il XIII e XIV secolo, è stata celebrata stamattina una Messa solenne. Nel pomeriggio, al termine della celebrazione agostiniana prevista per le ore 18, saranno invece presentati gli Atti del Congresso internazionale dedicato a Santa Chiara che si è svolto a settembre dello scorso anno. Ma sulla figura della mistica ascoltiamo il servizio di Tiziana Campisi:RealAudioMP3

E’ nel silenzio che Santa Chiara ha parlato al cuore di chi quest’anno, settimo centenario della sua morte, ha voluto ricordarla o conoscerla a Montefalco, nello stesso monastero in cui è vissuta. Donna che ha amato Cristo così intensamente da portarne impressi nel cuore i simboli della Passione: il Crocifisso, il flagello, la colonna, la corona di spine furono visibili alle consorelle della mistica quando, dopo il suo decesso, vollero capire perché la loro badessa ripetesse spesso di avere Gesù dentro di sé. Si diede a lunghe ore di preghiera già da bambina, e da monaca le sue suppliche a Dio accompagnorono uomini di Chiesa e personaggi illustri che le chiedevano consigli. Le sue parole sono descritte come “un fuoco, da cui venivano illuminate, consolate ed accese le menti di tutti coloro che l'ascoltavano”. La sua vita ha espresso tutto l’amore che sentiva per Dio. Madre Maria Rosa Guerrini, badessa del monastero di Montefalco, spiega che cosa, in quest’anno di celebrazioni, è emerso in particolare di Santa Chiara:
 
“Santa Chiara ha ricordato che la santità non è una cosa impossibile per ogni giorno e per tutti, non soltanto per un determinato tipo di persone o soltanto nell’ambito della vita religiosa. Questo credo che abbia avvicinato molta gente a Santa Chiara. Una donna del nostro tempo, una donna normale che ha sofferto, ha lottato, ha gioito in compagnia delle sue sorelle ma anche della Chiesa che la circondava. Lei è conosciuta come la 'Santa del cuore' perché nel suo cuore sono stati trovati i segni della Passione del Signore. Però, questo è stato il frutto di una vita e di un continuo sì al Signore nel quotidiano. Una donna innamorata del Signore che non ha tenuto per sé questo dono così grande che il Signore le aveva fatto ma che lo ha condiviso prima con le sue sorelle all’interno della comunità, con una vita veramente fraterna attenta ai bisogni spirituali e materiali delle sorelle, e poi però è venuta fuori anche una vita che non si è fermata nel recinto, nelle mura del monastero, ma una carità veramente grande anche con le persone non solo del paese di Montefalco ma anche intorno. Quindi, è venuto fuori questo aspetto grande di una carità condivisa con tutti”. 
E nella piccola Montefalco la testimonianza che Santa Chiara ha offerto al mondo è ancora viva; ne è segno quella preghiera che tanta parte ha avuto nella sua esistenza e che nelle ore della liturgia le monache agostiniane condividono con chi si ferma nella Chiesa dove sono custodite le reliquie di Chiara.







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