2009-08-15 16:08:43

Gaza: 22 morti in scontri tra Hamas e integralisti filo-al Qaeda


È finita con l'assalto a una moschea da parte delle milizie di Hamas, con un bilancio di almeno 22 morti, oltre 120 feriti, tra cui Abdel-Latif Mussa, leader del gruppo salafita islamico ispirato da al Qaeda, la sanguinosa battaglia urbana fra radicali e ultraradicali islamici scatenatasi ieri sera a Rafah, a sud della Striscia di Gaza. Il servizio di Virginia Volpe:RealAudioMP3

A innescare lo scontro, sfociato in massacro, è stato l'incendiario sermone pronunciato in occasione della preghiera del venerdì da Abdel-Latif Mussa, medico e leader riconosciuto di un gruppo emergente fedele agli slogan del jihad internazionalista che accusa Hamas di mollezza nell'applicazione della legge coranica. Al grido di “noi apparteniamo ad al Qaeda, Osama Bin Laden è la nostra guida”, Mussa si è lanciato in una filippica contro Hamas, salito al potere a Gaza nel 2007 dopo aver battuto e confinato alla sola Cisgiordania i rivali laico-nazionalisti di Fatah. Asserragliato con i suoi nella moschea-roccaforte di Rafah, Mussa ha rinfacciato a Hamas di cercare contatti “con i leader occidentali invece di attuare la Sharia”, ma anche di aver “confiscato ai “Guerrieri di Dio” un carico di armi. Dopo pochi minuti, la polizia di Hamas è piombata sul posto ed è cominciato l'inferno. Dapprima una sparatoria breve. Quindi l'intervento di rinforzi su entrambi i fronti, e infine lo scontro aperto, con armi automatiche, razzi ed esplosivi. Finchè le forze di Hamas non sono riuscite a espugnare il covo dei rivoltosi. Intervenendo in un'altra moschea, il premier dell'autoproclamato governo di Hamas a Gaza, Isamil Hanyeh, si era premurato di assicurare che nella Striscia non ci sono “'mujaheddin” afghani, iracheni o di qualunque altro Paese venuti a spargere il verbo di al Qaeda. E aveva bollato le voci circolate al riguardo come frutto della “propaganda sionista”.







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