I vescovi della Bolivia condannano duramente gli attentati a La Paz
La segreteria della Conferenza episcopale della Bolivia, ha condannato duramente,
in un comunicato reso noto ieri, i recenti attentati che sono stati fatti nella capitale,
La Paz, e che hanno causato sette feriti, due dei quali versano in condizioni molto
gravi. L’altro ieri, in due zone diverse della città, sconosciuti hanno fatto esplodere
bombe artigianali che oltre a causare danni alle persone hanno creato panico e danneggiato
diversi stabili. “Questo tipo di atti - si legge nel comunicato - feriscono profondamente
la dignità della persona umana e mettono a repentaglio le basi democratiche della
nostra società”. La segreteria dell’Episcopato, citando il numero 514 del Compendio
della Dottrina sociale della Chiesa, rileva testualmente: “Il terrorismo va condannato
nel modo più assoluto. Esso manifesta un disprezzo totale della vita umana e nessuna
motivazione può giustificarlo, in quanto l'uomo è sempre fine e mai mezzo”. I vescovi
esprimono anche la loro affettuosa solidarietà alle vittime di questi atti così come
ai loro familiari e assicurano a tutti le loro “preghiere al Signore della Vita” auspicando
una pronta guarigione. D’altra parte il comunicato si rivolge direttamente alle autorità
dello Stato, in particolare al ministro degli Interni, “affinché possano compiere
ogni tipo di sforzo per chiarire questi eventi, arrestare i responsabili e applicare
le sanzioni adeguate”. Per i presuli, inoltre, è assolutamente necessario “che questo
tipo di attentati criminali restino impuniti il minor tempo possibile. Il sistema
democratico - conclude la nota episcopale - è un patrimonio che tutti i boliviani
sono chiamati a difendere. Che Dio Padre ci illumini per vivere nella fratellanza,
e ci conservi decisi nella difesa dei diritti fondamentali di ogni persona”. Questi
attentati sono stati condannati da numerose organizzazioni, partiti e sindacati e
altre Chiese cristiane. Per ora le autorità non sono state in grado di fornire informazioni
sui possibili responsabili. Il presidente della Repubblica Evo Morales ha denunciato
come colpevole “l’oligarchia conservatrice” che - ha aggiunto - “lavora per far fallire
le elezioni del prossimo 6 dicembre”. Il capo di Stato, poi, ha individuato in “killer
peruviani”, fatti entrare clandestinamente, i probabili esecutori materiali degli
attentati, precisando di pensare “che alcuni ex militari boliviani contrari al governo
siano coloro che preparano questo tipo di ordigni”. (L.B.)