2009-08-13 14:28:35

I vescovi Usa: sì alla riforma sanitaria per tutti ma non diventi un veicolo per promuovere l’aborto


In una lettera del cardinale Justin Rigali, arcivescovo di Philadelphia, alla Camera dei Rappresentanti statunitense, viene ribadita la posizione della Chiesa americana in tema di riforma dell’assistenza sanitaria. La lettera, datata 11 agosto, riprende e rafforza i concetti espressi dalla lettera indirizzata al Congresso dalla Conferenza episcopale statunitense il 17 luglio scorso. Il servizio di Fausta Speranza: RealAudioMP3

 
Il cardinale Rigali, presidente del Comitato pro-life dei vescovi statunitensi, ribadisce: la Chiesa appoggia con vigore la riforma dell’assistenza sanitaria, nella convinzione che sia “un diritto basilare per tutti gli esseri umani”, in particolare i più poveri e gli immigrati, e chiedendo che si distribuiscano i costi con equità. Da tempo si pronuncia a favore ribadendo il valore della vita e della dignità di tutti, ma chiede anche che la legge di riforma non sia “un veicolo per la promozione dell’aborto volontario”, ma che piuttosto “preservi il pluralismo e i diritti di coscienza”. In questo senso le perplessità sono chiare: attualmente le leggi federali e le polizze assicurative non prevedono l’aborto tra i benefit sanitari ed evitano che i soldi dei contribuenti sovvenzionino politiche contro la vita. Se la nuova riforma dovesse, come ipotizzato in alcune bozze, rimuovere questi paletti, la Chiesa che promuove il rispetto della vita dal suo concepimento alla morte naturale, non potrà che dirsi profondamente contraria. Il cardinale Rigali tra l’altro ricorda che tutto ciò non rappresenta la volontà della “maggioranza degli statunitensi che non vuole che l’aborto rientri nella copertura sanitaria”. Alla Camera dei Rappresentanti i vescovi statunitensi chiedono che vengano sostenuti gli emendamenti al testo di legge, che già esistono, che evitano tutto ciò. In particolare poi c’è un punto che preoccupa i vescovi che parlano di “mancanza seria”: il testo di legge proposto delega al Secretary of Health and Human Services il potere di inserire l’aborto senza restrizioni tra i benefit del piano di assicurazione sanitaria pubblica che il governo metterà a punto per tutti gli Stati Uniti. “Questo sarebbe un cambiamento radicale”, affermano i vescovi: “finora la legge federale ha escluso molte opzioni di aborto dai pacchetti di assicurazione sanitaria per impiegati e nessun programma sanitario federale impone la copertura dell'interruzione volontaria di gravidanza”.







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