I vescovi Usa: sì alla riforma sanitaria per tutti ma non diventi un veicolo per promuovere
l’aborto
In una lettera del cardinale Justin Rigali, arcivescovo di Philadelphia, alla Camera
dei Rappresentanti statunitense, viene ribadita la posizione della Chiesa americana
in tema di riforma dell’assistenza sanitaria. La lettera, datata 11 agosto, riprende
e rafforza i concetti espressi dalla lettera indirizzata al Congresso dalla Conferenza
episcopale statunitense il 17 luglio scorso. Il servizio di Fausta Speranza: Il
cardinale Rigali, presidente del Comitato pro-life dei vescovi statunitensi, ribadisce:
la Chiesa appoggia con vigore la riforma dell’assistenza sanitaria, nella convinzione
che sia “un diritto basilare per tutti gli esseri umani”, in particolare i più poveri
e gli immigrati, e chiedendo che si distribuiscano i costi con equità. Da tempo si
pronuncia a favore ribadendo il valore della vita e della dignità di tutti, ma chiede
anche che la legge di riforma non sia “un veicolo per la promozione dell’aborto volontario”,
ma che piuttosto “preservi il pluralismo e i diritti di coscienza”. In questo senso
le perplessità sono chiare: attualmente le leggi federali e le polizze assicurative
non prevedono l’aborto tra i benefit sanitari ed evitano che i soldi dei contribuenti
sovvenzionino politiche contro la vita. Se la nuova riforma dovesse, come ipotizzato
in alcune bozze, rimuovere questi paletti, la Chiesa che promuove il rispetto della
vita dal suo concepimento alla morte naturale, non potrà che dirsi profondamente contraria.
Il cardinale Rigali tra l’altro ricorda che tutto ciò non rappresenta la volontà della
“maggioranza degli statunitensi che non vuole che l’aborto rientri nella copertura
sanitaria”. Alla Camera dei Rappresentanti i vescovi statunitensi chiedono che vengano
sostenuti gli emendamenti al testo di legge, che già esistono, che evitano tutto ciò.
In particolare poi c’è un punto che preoccupa i vescovi che parlano di “mancanza seria”:
il testo di legge proposto delega al Secretary of Health and Human Services il potere
di inserire l’aborto senza restrizioni tra i benefit del piano di assicurazione sanitaria
pubblica che il governo metterà a punto per tutti gli Stati Uniti. “Questo sarebbe
un cambiamento radicale”, affermano i vescovi: “finora la legge federale ha escluso
molte opzioni di aborto dai pacchetti di assicurazione sanitaria per impiegati e nessun
programma sanitario federale impone la copertura dell'interruzione volontaria di gravidanza”.