La violenza continua a colpire le regioni orientali della Repubblica Democratica del
Congo e i civili continuano ad essere le vittime principali. Mentre l’anno scorso
era la provincia del Nord Kivu a essere particolarmente colpita dagli scontri tra
le forze armate congolesi (Fardc), i ribelli del Cndp (Congrès national pour la Defense
du Peuple) e altri gruppi armati, ora i combattimenti si svolgono sia nel Nord che
nel Sud Kivu. “Stiamo affrontando una nuova ondata di violenza”, spiega Romain Gitenet,
capo missione di Medici senza Frontiere a Goma. “Quando gli attacchi raggiungono zone
vicine ai villaggi o ai campi, le persone scappano nella foresta. Per esempio la settimana
scorsa, la popolazione di Bikenge, nel distretto di Walikale, ha abbandonato il villaggio
ed è rimasta alcuni giorni nella foresta, vivendo in condizioni terribili”. Nella
prima metà dell’anno le equipe di Msf hanno svolto circa 290mila consultazioni mediche
e hanno curato i pazienti colpiti dal colera. I villaggi sospettati di essere a favore
di una o dell’altra delle fazioni vengono presi di mira e spesso sistematicamente
distrutti. Inoltre, le vittime subiscono estorsioni e vengono derubate del cibo e
dei propri beni personali presenti nelle propri abitazioni o nei rifugi all’interno
dei campi per sfollati. Gli abusi sessuali rappresentano un’altra forma di violenza
estremamente frequente, perpetrata sia nei confronti delle donne che degli uomini.
Solo nella prima metà del 2009, gli operatori di Msf hanno assistito 2.800 vittime
di violenza sessuale. (V.V.)