Il Papa all'udienza generale: i sacerdoti amino Maria con devozione filiale. Appello
alla solidarietà per le popolazioni asiatiche colpite dal tifone
“Maria, Madre dei sacerdoti” è stato il tema al centro della catechesi del Papa all’udienza
generale a Castel Gandolfo. Benedetto XVI ha poi lanciato un appello alla solidarietà
per le popolazioni asiatiche colpite dal tifone. Il servizio di Sergio Centofanti.
Il Papa,
in prossimità della solennità dell’Assunzione e nel contesto dell’Anno Sacerdotale,
parla del nesso tra Maria e il sacerdozio, “un nesso profondamente radicato nel mistero
dell’Incarnazione”. Per farsi uomo – spiega - Dio “aveva bisogno del 'sì' libero di
una sua creatura”: “Dio non agisce contro la nostra libertà.
E succede una cosa veramente straordinaria: Dio si fa dipendente dalla libertà, dal
'sì' di una sua creatura; aspetta questo 'sì'. San Bernardo di Chiaravalle, in una
delle sue omelie, ha spiegato in modo drammatico questo momento decisivo della storia
universale, dove il cielo e terra e Dio stesso aspettano che cosa dirà la sua creatura”. “Il
'sì' di Maria è quindi la porta attraverso la quale Dio è potuto entrare nel mondo,
farsi uomo. – ha proseguito il Papa – Così Maria è realmente e profondamente coinvolta
nel mistero dell’Incarnazione, della nostra salvezza” attuata da Cristo attraverso
il dono di sé sulla Croce. Qui Gesù affida Maria al discepolo prediletto: “Il
Vangelo ci dice che da questo momento San Giovanni, il figlio prediletto, prese la
Madre Maria 'nella propria casa'. Così è nella traduzione italiana; ma il testo greco
è molto più profondo, molto più ricco. Potremmo tradurlo: ‘prese Maria nell’intimo
della sua vita, del suo essere, 'eis tà ìdia', nella profondità del suo essere’. Prendere
con sé Maria, significa introdurla nel dinamismo dell'intera propria esistenza - non
è una cosa esteriore - e in tutto ciò che costituisce l’orizzonte del proprio apostolato”. C’è
dunque un “peculiare rapporto di maternità” alla base della predilezione di Maria
per i presbiteri. E la Madre di Dio predilige i sacerdoti per due ragioni: “Perché
sono più simili a Gesù, amore supremo del suo cuore, e perché anch’essi, come Lei,
sono impegnati nella missione di proclamare, testimoniare e dare Cristo al mondo.
Per la propria identificazione e conformazione sacramentale a Gesù, Figlio di Dio
e di Maria, ogni sacerdote può e deve sentirsi veramente figlio prediletto di questa
altissima ed umilissima Madre”. Il Concilio Vaticano
II – sottolinea il Papa – invita i sacerdoti a venerare ed amare Maria, guardando
a Lei “come al modello perfetto della propria esistenza”. Quindi eleva una preghiera: “Preghiamo
perché Maria renda tutti i sacerdoti, in tutti i problemi del mondo d'oggi, conformi
all’immagine del suo Figlio Gesù, dispensatori del tesoro inestimabile del suo amore
di pastore buono. Maria, Madre dei sacerdoti, prega per noi!”. Infine,
dopo i saluti nelle varie lingue, il pensiero del Papa è andato “alle numerose popolazioni
che nei giorni scorsi sono state colpite dalla violenza del tifone nelle Filippine,
a Taiwan, in alcune provincie sud-orientali della Repubblica Popolare Cinese e in
Giappone, Paese, quest’ultimo, provato anche da un forte terremoto”: il maltempo ha
causato decine di vittime e grandi devastazioni: “Desidero
manifestare la mia vicinanza spirituale a quanti si sono venuti a trovare in condizioni
di grave disagio e invito tutti a pregare per loro e per quanti hanno perso la vita.
Mi auguro che non manchino il sollievo della solidarietà e l’aiuto dei soccorsi materiali”.