2009-08-12 14:31:59

Il cardinale Tauran al rientro dal Giappone: il dialogo interreligioso sia fondato sulla verità


Il dialogo interreligioso in Asia è al centro delle priorità del pontificato di Benedetto XVI e il viaggio del cardinale Jean-Louis Tauran dal 2 al 10 agosto in Giappone ha confermato questa attenzione particolare e rilanciato il dialogo tra tutte le religioni sul continente asiatico. I vescovi cattolici del Giappone hanno deciso di indire una giornata annuale di preghiera per il dialogo interreligioso nel Paese. E c’è da dire che gli esponenti religiosi dello scintoismo, del buddismo e dell’Islam - che il cardinale Tauran ha incontrato - hanno avuto tutti parole di apprezzamento per il ruolo di primo piano che la Chiesa cattolica svolge nella promozione del dialogo. In ogni caso, il Paese del Sol Levante è lontano dalle tensioni che a volte sfociano drammaticamente in violenza in altri Paesi dello stesso continente asiatico. Ma degli aspetti religiosi della vita in Giappone e delle prospettive di dialogo interreligioso, ci parla lo stesso cardinale Tauran, nell’intervista del nostro collega francese Thomas Chabolle:RealAudioMP3

R. –Cette année j'ai voulu regarder à l'Asie...
Quest’anno, ho pensato di volgere lo sguardo all’Asia. Quello che colpisce del Giappone, in particolare, è che la religione è ovunque. I giapponesi nascono nello scintoismo, praticano il buddismo: c’è quindi una specie di amalgama religioso e questo fa sì che si ricavi l’impressione che la religione faccia parte del tessuto sociale. Quello che mi ha colpito è che i giapponesi nella religione non cercano una verità assoluta, ma piuttosto una sorta di pacificazione nei riguardi delle prove della vita …
 
D. – Qual è l’impegno della Chiesa giapponese per il dialogo interreligioso?
 
R. – Le dialogue interreligieux se fait au niveau des Eglises locales, non pas au niveau ..
Il dialogo interreligioso si fa a livello di Chiese locali, non ai vertici: a livello delle parrocchie, delle scuole, delle università … Per esempio, noi abbiamo una rete prestigiosa di scuole e università e queste forniscono un terreno di dialogo spontaneo sulla vita tra le diverse religioni. E tutto questo si sviluppa in armonia, e questa è una cosa che mi ha colpito molto: in questo Paese, tutti sono educati, tutti si rispettano, c’è una specie di “filosofia dell’armonia” che favorisce questo dialogo sereno …
 
D. – E’ in preparazione l’indizione di una giornata annuale di preghiera per il dialogo interreligioso: ci può dire qualcosa di più su questa iniziativa?
 
R. – Nous avons pensé que ce serait bon qu’il y ait un dimanche de l’année …
Abbiamo pensato che potesse essere una cosa buona che ci sia una domenica in cui in tutte le parrocchie cattoliche giapponesi si parli e si preghi per il dialogo interreligioso. Si può pensare, ad esempio, a fornire alle parrocchie un piccolo dossier per i fedeli, un dossier per la predicazione in maniera tale che, nel corso di quella giornata, tutti i fedeli cattolici che vanno a Messa siano sensibilizzati sul tema. Penso che questo potrebbe dare un senso più concreto al dialogo e, al tempo stesso, possa approfondirlo.
 
D. – Lei ha anche partecipato ad alcune celebrazioni liturgiche nelle città che, oltre 60 anni fa, sono state devastate dalla bomba atomica: Hiroshima e Nagasaki. Che effetto le ha fatto?
 
R. – D’abord, quand on visite les musées, on a presque honte à appartenir à cette …
Intanto, quando si visitano i musei, quasi ci si vergogna di appartenere a questa umanità: è indicibile vedere cosa l’Uomo è capace di fare! C’è quindi questo aspetto drammatico. Dall’altro lato, c’è la volontà di dire: Ricordiamo! Perché? Per evitare che, in futuro, si possano ripetere le stesse cose. Però, quello che mi ha maggiormente colpito sono i luoghi in cui, nel XVI e XVII secolo, hanno subito il martirio i nostri fratelli cristiani: mi sono commosso. E’ incontestabile che questa è una Chiesa le cui radici affondano nel sangue dei martiri.
 
D. – Cosa era accaduto?
 
R. – Le Shogun, donc, lepouvoir politique, ...
Lo Shogun, il potere politico, disse: se volete essere giapponesi, non potete essere cristiani, perché il cristianesimo è una religione importata. Quindi, Gesù o io. I cristiani risposero: no, per noi Gesù Cristo è la vita, Egli è luce, verità e vita. E così, anche i bambini sono andati a morire con i genitori. Sono stati tagliati a pezzi, immersi nell’olio bollente, sono state fatte cose orribili, orribili … E quello che ho detto ai cattolici giapponesi è: voi avete un’eredità pesante che deve portare frutti e preghiamo perché porti buoni frutti.
 
D. – Il dialogo interreligioso in Asia è una delle priorità del pontificato di Benedetto XVI. Come il Pontificio Consiglio da lei presieduto conta di aiutare i cristiani discriminati nel Paese?
 
R. – On ne peut aider que les évêques, favoriser les contacts … c’est ça, notre aide …
Non possiamo fare altro che sostenere i vescovi, favorire i contatti … questo può essere il nostro aiuto. Non possiamo fare altro perché – come dico sempre – il dialogo interreligioso non si fa qui a Roma, ma sul posto. Benedetto XVI ha fatto del dialogo interreligioso una priorità del suo Pontificato, nella misura stessa in cui questo Pontefice ha questa grande attenzione per la verità, e il dialogo interreligioso è, innanzitutto, pellegrinaggio verso la verità. Tutti insieme siamo in pellegrinaggio verso la verità, per non costruire un dialogo sull’ambiguità: significherebbe condannarlo a morte!







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