Giornata Onu della Gioventù. Intervista col presidente della Fuci
“I giovani meritano un pieno accesso all’istruzione, dei sistemi sanitari adeguati
e hanno diritto ad una piena partecipazione alla vita sociale”. E’ quanto afferma
il segretario generale delle Nazioni Unite, Ban Ki-moon, in occasione dell’odierna
Giornata Internazionale della Gioventù, indetta dall’Onu e incentrata sul tema “Sostenibilità:
La nostra sfida. Il Nostro Futuro”. Sulle luci e le ombre nel futuro dei giovani si
sofferma al microfono di Amedeo Lomonaco, Sara Martini, presidente nazionale
della Federazione universitaria cattolica italiana (Fuci):
R. – La luce
che vorrei sottolineare è il fatto che la condizione giovanile e i giovani, come diceva
La Pira, sono un po’ come le rondini: volano verso la primavera della storia. Senza
i giovani non c’è futuro. E’ chiaro che la condizione giovanile oggi è messa in forte
crisi per la congiuntura particolare che viviamo. Questo messaggio un po’ mi porta
a compiere una riflessione sull’essere giovani oggi nel mondo. Per un giovane italiano
essere giovani è senza dubbio una cosa, mentre per un giovane di un’altra parte del
mondo è tutt’altro. Addirittura ci sono Paesi in cui la possibilità di diventare giovani
spesso è un miraggio! E questo ci interroga fortemente …
D.
– Come affrontano oggi i giovani la disoccupazione e il lavoro precario che continuano
a compromettere le economie di molti Paesi?
R. –
Io rappresento una Federazione di giovani universitari che crede che la risposta più
autentica e adeguata sia quella di concentrarsi nei propri anni di studio a vivere
un approfondimento autentico delle proprie conoscenze. Essendo questo mondo del lavoro
un contesto sempre più difficile da abitare, per noi è necessario mettere in campo
ogni potenzialità, ogni creatività.
D. – Nel messaggio
si auspica anche una piena partecipazione alla vita sociale. Come evitare che in alcuni
ambiti, come ad esempio quello politico, prevalgano disinteresse, indifferenza …
R.
– Secondo me la risposta potrebbe essere quella di un patto intergenerazionale autentico:
si deve fare in modo che ci sia ascolto e vicendevole sostegno fra il mondo dei giovani
e quello degli adulti. Giovani e adulti devono lavorare insieme, prendersi per mano,
ascoltarsi e proporre strade e piste di lavoro comuni.
D.
– Tenendo conto, quindi, che anche il giovane ha il compito di dare l’esempio, di
indicare la via migliore per il futuro …
R. – Sì,
ai giovani oggi si possono chiedere pratiche di vita sostenibili o comunque improntate
alla promozione di impieghi innovativi delle nuove tecnologie. Siamo noi la generazione
del domani, la generazione che subirà gli effetti più drammatici, forse, della crisi
odierna. A noi è chiesto veramente di praticare nuove strade, strade di sostenibilità.
Come Federazione universitaria cattolica avvertiamo l’esigenza di avviare una riflessione
approfondita sulla crisi attuale. Abbiamo deciso di dedicare il prossimo anno accademico
proprio al tema dell’economia. Nell’ambito dei nostri appuntamenti nazionali, indagheremo
soprattutto sulle cause che hanno portato alla situazione odierna. Ci interrogheremo
fortemente su come i giovani possono contribuire a ripensare stili di vita improntati
alla sobrietà e a logiche non solo di mero profitto e di speculazione. Stiamo anche
invitando i nostri gruppi dei poli universitari a riflettere a partire da una lettura
meditata sull’Enciclica del Santo Padre che mette al centro della sua riflessione
il tema dell’economia.