Si può arrivare
a perdonare l’assassino di una figlia di appena 18 anni? E’ possibile credere in una
giustizia umana che sembra voler favorire i colpevoli e dimenticare le vittime? La
vicenda di un ragazzo condannato per l’uccisione della sua fidanzata, in un primo
tempo scarcerato,e di un padre distrutto dal dolore e dalla rabbia, riporta alla ribalta
la necessità della riscoperta del perdono cristiano. E di un immediato riequilibrio
tra certezza della pena e recupero del detenuto.