2009-08-10 14:58:52

Madagascar: accordo per uscire dalla crisi


Un periodo di transizione politica di 15 mesi, al termine del quale si terranno nuove elezioni presidenziali e legislative. E’ l’accordo siglato la scorsa fine settimana a Maputo, in Mozambico, per mettere fine a mesi di violenze in Madagascar. Dopo un periodo di tensioni, cominciate a gennaio, con un bilancio di un centinaio di morti, i leader dei quattro principali movimenti dell’isola dell’Oceano Indiano, tra cui l’attuale presidente, Andry Rajoelina, e il deposto capo di Stato, Marc Ravalomanana, non hanno però raggiunto un’intesa sulla ripartizione dei futuri incarichi, stabilendo comunque che i membri dell’esecutivo transitorio non potranno presentarsi alle prossime consultazioni, all’infuori del presidente. Annullate poi le accuse per conflitto d’interessi nei confronti di Ravalomanana, che - da mesi in esilio in Sudafrica - potrà ora godere di una sorta di amnistia. Sull’importanza dell’accordo per il Madagascar, Giada Aquilino ha intervistato don Luca Treglia, direttore di Radio Don Bosco ad Antananarivo:RealAudioMP3



R. – Senz’altro avrà una ripercussione molto forte e positiva, perché sono mesi che il Madagascar vive una dura crisi. Grazie a Dio e anche alla buona volontà di molti, è stato messo a punto questo piano di uscita dalla crisi. Si spera che l’intesa porterà vantaggi immediati al popolo malgascio, perché la comunità internazionale aveva sospeso gli aiuti in Madagascar e il popolo, in questo momento, vive davvero male. Adesso, grazie all’intesa, gli aiuti affluiranno di nuovo e la vita della gente migliorerà senz’altro.

 

D. - In che condizioni vive la popolazione civile ora?

 

R. – Vive in uno stato di povertà estrema, perché il Madagascar dipende soprattutto dagli aiuti internazionali. Da sei mesi, questi aiuti sono stati congelati, quindi i beni di prima necessità adesso scarseggiano oppure costano tantissimo. Occorrono prodotti come riso, zucchero, olio. E servono gesti concreti, cioè servono dei fondi per far girare di nuovo l’economia malgascia.

 

D. - Entro 15 mesi ci saranno nuove elezioni legislative e presidenziali: c’è il rischio di altri disordini tra fazioni di Rajoelina e seguaci di Ravalomanana?

 

R. - Pensiamo di no. Certamente entriamo in una fase di nuove tensioni, perché nei prossimi 10 giorni i dirigenti politici dovranno scegliere le persone che governeranno in questi 15 mesi. E, quindi, ci sono delle rivalità che vanno superate. Però spero che scontri e conflitti siano davvero superati.

 

D. – In questo quadro, qual è l’impegno della Chiesa in Madagascar?

 

R. – L’impegno è sempre quello di sostenere il popolo e soprattutto di impegnarsi nel dialogo. Quindi, la Chiesa malgascia - che vive con la popolazione e prende su di sé i problemi del Paese - cerca con i dirigenti politici di trovare le soluzioni migliori affinché la gente possa vivere tranquilla, in pace e in serenità. Si sta facendo un grande sforzo, per far sì che le parti - che erano in disaccordo - possano trovare un’intesa definitiva attraverso la riconciliazione e il perdono.








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