Festa di San Lorenzo. Il Papa: come lui, amate sino alla fine, combattendo il male
con il bene
La Chiesa celebra oggi la memoria di San Lorenzo, diacono e martire, ucciso nel 258
durante la persecuzione scatenata dall’imperatore romano Valeriano. Ce ne parla Sergio
Centofanti.
Siamo nel
III secolo dopo Cristo. L’Impero romano vacilla, è attaccato su più fronti, in particolare
da goti e persiani. Valeriano, cercando di rafforzare l’unità dell’Impero attorno
al culto pagano, scatena la persecuzione anticristiana. I discepoli di Gesù sono troppo
diversi dagli altri e per questo sono ritenuti pericolosi: minano l’ideologia unica
dello Stato. Differentemente dai suoi predecessori Valeriano non uccide tanto i semplici
fedeli quanto i capi. Sotto il suo impero vengono decapitati due Papi: Stefano I e
Sisto II. San Lorenzo, in quanto diacono, amministra i beni della Chiesa al servizio
dei bisognosi. Per questo il prefetto dell’Urbe gli ordina di consegnargli il suo
tesoro. Lui glielo porta: sono storpi, poveri, ciechi, malati. Ha già dato loro tutto.
Viene bruciato vivo su una graticola. Il Papa lo ha ricordato ieri all’Angelus:
“Questi
santi sono testimoni di quella carità che ama ‘sino alla fine’, e non tiene conto
del male ricevuto, ma lo combatte con il bene (cfr 1 Cor 13,4-8). Da essi possiamo
apprendere, specialmente noi sacerdoti, l’eroismo evangelico che ci spinge, senza
nulla temere, a dare la vita per la salvezza delle anime. L’amore vince la morte!”(Angelus
del 9 agosto 2009)
Valeriano, due anni
dopo il martirio di San Lorenzo, viene catturato dai persiani, il cui re – secondo
una tradizione – lo usa come sgabello per salire sul cavallo. Morirà prigioniero lontano
dalla sua Roma. Qui invece, nel campo del Verano, viene sepolto il corpo di San Lorenzo.
Il Papa addita il Santo Diacono come modello per tutti i cristiani: “Carissimi,
imitate il suo esempio e, come lui, siate sempre pronti a rispondere fedelmente alla
chiamata del Signore” (Udienza generale del 10 agosto 2005)