2009-08-09 14:26:49

Giovani del Movimento dei Focolari in India per testimoniare che il dialogo tra fedi è possibile


“Fai agli altri ciò che vorresti fosse fatto a te”: la Regola d’oro è al centro del Congresso mondiale dei “Ragazzi per l’Unità”, l’anima giovane dei Focolari, che si svolge in questi giorni a Coimbatore, nello Stato indiano del Tamil Nadu. In particolare, i giovani focolarini stanno vivendo un’esperienza di condivisione con i coetanei indù dell’istituzione gandhiana “Shanti Ashram”. All’evento partecipano, inoltre, teenager musulmani e sikh. Per una riflessione sul significato di questo Congresso, Alessandro Gisotti ha raggiunto telefonicamente in India, Paola Monetta, giovane del Movimento dei Focolari:RealAudioMP3

R. – Il significato più profondo sta proprio nel fatto che insieme abbiamo testimoniato che l’unità è possibile, il dialogo è possibile, la pace è possibile, perché se viviamo insieme la Regola d’oro testimoniamo che siamo fratelli e sorelle.

 
D. – Quali sono gli elementi forti di questo dialogo tra giovani che provengono da luoghi, culture e religioni così diverse?

 
R. – Il nostro dialogo è il dialogo della vita. Noi cerchiamo di vivere insieme il più possibile con ragazzi, giovani di altre religioni, di altre culture prima di tutto, per poter testimoniare poi insieme. Allora, concretamente siamo venuti qui a Coimbatore, che è un piccolo paesino nella grande e immensa India, e abbiamo condiviso l’alloggio, i pasti. Quindi, abbiamo imparato molto dalla loro cultura, anche arricchendoci. Abbiamo condiviso momenti di sport e condivideremo nei prossimi giorni le visite ai villaggi rurali poveri, dove lo "Shanti Ashram" porta avanti delle azioni di recupero e di educazione per i bambini. Quindi, andremo ad aiutare, a condividere i momenti più difficili della vita di questa famiglia nei posti rurali, per farcene carico, per conoscere, perché conoscendo possiamo amare meglio.

 
D. – Quali frutti ci si può attendere da questa esperienza?

 
R. – Io vedo già dei frutti e prevedo dei frutti a più livelli. A livello personale, perchè una volta tornati, noi "Ragazzi per l’unità", ognuno nel proprio paese, avremo nell’anima questa esperienza forte di unità, che ci farà sentire sempre, d’ora in poi, cittadini del mondo. Tutte le città del mondo adesso sono cosmopolite e dobbiamo condividere con persone di altre culture. Adesso avremo il cuore più largo e riusciremo di più a comprendere e a farci “uno”. Io sento questo: che riusciremo di più ad impegnarci collettivamente per una giustizia sociale più forte, per tutti i cittadini del mondo.







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