Si è chiusa la visita del Patriarca Kirill in Ucraina: nuovo appello all'unità
“Lasciando l’Ucraina, spero che le parole da me pronunciate servano a facilitare la
riconciliazione delle persone, la riunificazione e il ripristino dell’unità infranta
della Chiesa di Cristo”. Si è conclusa, ieri, la visita del Patriarca Kirill in Ucraina,
visita cominciata il 27 luglio scorso, e legata alle celebrazioni per i 1020 anni
del battesimo del principe Vladimir nelle acque del fiume Dniepr, l’evento che dà
inizio alla conversione della Rus, considerato punto d’origine della ortodossia russa.
Durante tutti gli incontri Kirill ha sempre sottolineato questo legame spirituale
e l’unità fra ortodossi russi e ucraini, pur nella contestazione di alcuni gruppi
nazionalisti. “Ma è questo il dovere del Primate – ha ricordato il Patriarca di Mosca
e di tutte le Russie – esprimere la verità di Dio e niente altro, anche sapendo che
non tutti accetteranno e comprenderanno le sue parole. Con tutto l’amore e l’umiltà
ho cercato di dire questo al popolo ucraino”. Vsevolod Chaplin, responsabile del Patriarcato
per le relazioni esterne, ha affermato che il pellegrinaggio di Kirill voleva esprimere
il fatto che la Chiesa ortodossa russa si estende oltre i confini strettamente politici:
“Noi non siamo solo la Chiesa della Federazione russa – ha detto – né solo quella
del popolo russo”. Ieri il Patriarca Kirill ha incontrato il presidente russo Dimitri
Medvedev raccontandogli le impressioni del suo viaggio in Ucraina, sottolineando che
le divergenze politiche fra i due Paesi erano “sormontabili” grazie alla profonda
unità spirituale fra i due Paesi. (S.G.)