Ridurre lo scandalo della povertà e della disuguaglianza sociale: così il Papa nel
Messaggio per la Colletta argentina "Más por Menos"
Benedetto XVI invita gli argentini a partecipare alla 40.ma edizione della Colletta
"Más por Menos", che quest'anno si svolgerà il prossimo 13 settembre nel Paese latinoamericano
sul tema "Più solidarietà per una minore esclusione". Ce ne parla Sergio Centofanti.
Il
Papa, incoraggiando questa opera di solidarietà, auspica che possa contribuire a
“ridurre lo scandalo della povertà e della disuguaglianza sociale, dando così compimento
alle esigenze evangeliche che esortano a rendere possibile una società più giusta
e solidale”. Nel Messaggio, reso noto dal nunzio apostolico in Argentina, mons. Adriano
Bernardini, il Pontefice esprime la sua profonda gratitudine a tutti coloro che contribuiranno
al successo di questa campagna che pone sotto la protezione di Nostra Signora di Luján,
Patrona dell’Argentina. Proprio oggi si celebra a Buenos Aires, nel Santuario del
quartiere di Liniers, la festa patronale di San Gaetano Thiene, nel giorno della memoria
liturgica. Si tratta di una ricorrenza che vede la partecipazione di migliaia di persone
da tutto il Paese. I fedeli, attraverso l’intercessione del Santo fondatore dei Teatini
chiedono “giustizia, pane e lavoro”, pregano per l’unità delle famiglie, il sostegno
dei malati e di quanti sono disperati, e il coraggio di costruire una “Patria di fratelli”.
La celebrazione centrale sarà presieduta alle 11.00 dal cardinale Jorge Bergoglio,
arcivescovo di Buenos Aires. Come ogni anno, è chiesto ai pellegrini di non offrire
candele o fiori, ma di donare indumenti, alimenti non deperibili e medicinali per
i più poveri. Gaetano Thiene, vissuto, nel 1500, fu vicino in particolare ai diseredati,
agli orfani e ai malati incurabili e abbandonati. Per la sua illimitata fiducia in
Dio è venerato come il Santo della Provvidenza. All’Angelus di domenica scorsa, Benedetto
XVI ha ricordato una frase di San Gaetano: “Non con l’amore sentimentale, ma con l’amore
dei fatti si purificano le anime”.
Il Papa auspica dunque
che la colletta “Más por Menos” possa contribuire a “ridurre lo scandalo della povertà”.
Ma quali sono oggi le cause principali della povertà in Argentina e in America Latina?
Amedeo Lomonaco lo ha chiesto al nostro collega Luis Badilla, esperto
di questioni latinoamericane:
R. – La povertà
in Argentina è un problema tanto grave, come lo è in tutta l’America Latina. E’ una
povertà che si riferisce sia a quella parte della popolazione argentina e latino-americana
che vive al di sotto del livello minimo di sopravvivenza dignitosa sia a quella parte
dei cosiddetti impoveriti. A quei ceti sociali cioè che, per via della crisi, hanno
perso capacità o il potere di acquisto. Oggi si trovano ad ingrossare l’esercito dei
poveri.
D. – Lo scandalo della povertà, acuito dalla
crisi economica mondiale, colpisce dunque non solo l’Argentina, ma diversi Paesi dell’America
Latina. Come possono collaborare i governi e la Chiesa in questo Continente, per combattere
contro questo flagello della povertà?
R. – Per la
Chiesa - lo dice il Santo Padre nella sua enciclica Caritas in veritate - il problema
fondamentale è quello di mettere in piedi strategie in grado di abbattere l’iniquità
sociale. Il problema fondamentale della povertà latino-americana è infatti quella
dimensione di iniquità che la rende più scandalosa. Quando il Papa parla agli argentini
di scandalo della povertà, riferendosi sicuramente a tutta l’America Latina, sta pensando
soprattutto al fatto che sono nazioni in cui ci sono persone che non hanno nulla da
mangiare. Si calcola, per esempio, che in Argentina almeno l’11 per cento dei bambini
vada a letto senza mangiare. Ci sono poi bambini che devono fare diete per dimagrire
perché mangiano troppo. Questo è lo scandalo ed è a questo che si riferisce il Papa.
D.
– Di fronte a questo scandalo ci sono poi realtà dell’America Latina che non si scandalizzano...
R.
– Certo, l’indifferenza è un altro scandalo. Ci sono coloro che fanno finta che nulla
stia succedendo. Possono essere parte della classe governante, membri del crimine
organizzato, del narcotraffico. Il loro è un comportamento di totale indifferenza
o addirittura di sfruttamento del povero. Usano il povero e la sua disperazione, come
nel caso dell’usura, nel caso delle povertà morali o spirituali, e come nel caso del
narcotraffico che costringe un adolescente latino-americano a vivere senza lavoro,
senza futuro, senza educazione, senza mangiare, nell’illusione che la droga risolva
il problema.
D. – Per vincere anche questa forma
di indifferenza, la solidarietà può essere uno strumento efficace anche in questi
tempi di recessione…
R. – La solidarietà e la giustizia
sono le basi senza le quali difficilmente si può superare la povertà. Per superare
la povertà occorre il consenso sociale. Per promuovere il consenso sociale occorre
che ci sia un insieme di valori condivisi. Quelli più condivisibili sono appunto la
fraternità, la solidarietà e la giustizia. E’ poi importante ricordare e ribadire,
con le parole del Papa, che la questione fondamentale riguarda la necessità di giuste
strutture. Si supera la povertà solo se esistono strutture giuste. Ma come dice Benedetto
XVI nell’enciclica Caritas in veritate, le strutture giuste non nascono dal nulla,
nascono dal cuore giusto. La cosa fondamentale è quindi il cuore giusto, capace di
generare strutture giuste.