L'impegno dei missionari Cappuccini in Madagascar al fianco di malati e bambini
Nel 2002 il Madagascar ha ricevuto dall'Organizzazione mondiale della sanità il “trofeo
della vittoria contro la lebbra”, malattia che ha flagellato l'isola per molti anni
e che oggi è sotto controllo anche grazie al capillare impegno dei missionari cattolici.
Per questo - informa Asianews - il Centro Saint Damien ad Ambanja, fondato dai Frati
Cappuccini negli anni '60, si è riconvertito e si dedica oggi alla cura di altre malattie
di tipo epidemico, a cominciare dalla tubercolosi. Il protocollo adottato per scongiurare
la segregazione dei contagiati – due mesi in ospedale, sei di cure ambulatoriali –
ha convinto il sistema sanitario pubblico e l'intero servizio è indicato come modello
anche per l'efficiente sistema di auto-sostentamento alimentare che include la coltivazione
di diversi ettari di terreno. Visti gli importanti risultati ottenuti oggi il centro
si è lanciato in un terzo polo di attività, la scolarizzazione di bambini. “Può sembrare
paradossale mettere insieme lebbra, tubercolosi e bambini – scrive su Continenti il
Direttore dell'ex Léproserie St. Damien, padre Marino Brizi – ma è meglio così, perché
i ragazzi, oltre a imparare a leggere e a scrivere, imparano così anche a prevenire
le malattie che curiamo. L'analfabetismo è l'inizio di un circolo vizioso: ignoranza,
mancanza di igiene, sottosviluppo, povertà, lebbra. Spezzando l'anello dell'ignoranza
si vince anche la malattia”. Attualmente gli studenti ospitati sono circa 120, più
altri 80 seguiti direttamente in città tramite le adozioni a distanza. La Léproserie
sopravvive nel centro medico-chirurgico fondato dal padre cappuccino Stefano Scaringella.
Ogni anno vengono effettuate 6-7 mila visite, circa 2.500 interventi di chirurgia
generale, 300 di oftalmologia e 200 parti cesarei. (S.G.)