2009-08-07 15:41:24

Italia: cade il Pil, ma ci sono segnali di ripresa


Ancora in caduta libera il Prodotto interno lordo italiano: l’Istat registra una diminuzione dello 0,5 per cento rispetto al primo trimestre 2009 e del 6 per cento rispetto allo scorso anno. Ma si avvertono anche miglioramenti: l’Italia, infatti, seguita dalla Francia, è tra le economie dell’area Ocse - Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico - l’unica che sta già dando segnali di ripresa. Ma cosa vogliono dire questi dati apparentemente in contrasto tra loro? Paolo Ondarza lo ha chiesto a Giacomo Vaciago, docente di economia all’Università Cattolica di Milano.00:02:06:55

 

 
R. - Confermano la tendenza grave da ottobre, quando la crisi iniziata nella finanza globale è diventata industriale, quindi più grave nei Paesi industrializzati: Giappone, Germania e Italia. L’industria ha avuto un crollo in tutto il mondo, Italia compresa. La crisi non è colpa nostra, è la più grave crisi che abbiamo senza averne particolare colpa e riguarda anche le nostre industrie da cui sono semplicemente "scomparsi" gli ordini. E’ anche chiaro che questa crisi gravissima, ottobre-maggio, è già con giugno meno grave. Il problema è quanto ci metteremo a tornare ai livelli di un anno fa. Il timore è che un certo numero di aziende tiri i remi in barca e chiuda.

 
D . – Quindi ci si possono aspettare anche dati peggiori di questo?

 
R . –Sì, per il settore industriale.

 
D . – Proprio oggi l’Ocse dice che l’economia sta mostrando segnali di progresso in particolare in Italia e in Francia…

 
R. - Di ripresa futura, non già verificata. Diciamo che c’è ottimismo in numerosi settori di imprese che dicono che il peggio è passato e che nei prossimi mesi la situazione migliorerà.

 
D. - Come mai particolarmente in Italia?

 
R. - Perché appunto il nostro settore industriale, dopo il risanamento fatto negli anni passati, ha subito questa crisi ma era un settore che stava andando bene.

 
D. – Cosa può fare il governo italiano per favorire una uscita dalla crisi?

 
R. - Diciamo che la crisi industriale da ottobre è globale. La linea non può essere: il governo italiano da solo cambia il mondo. Siamo solo 60 milioni su sei miliardi! Però, insieme agli altri governi può fare di più per la ripresa e, comunque, con gli interventi sugli ammortizzatori sociali può evitare che il costo sia gravissimo per quelli che sono colpiti dalla crisi.
 







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