Iraq. Catena di attentati anti-sciiti: almeno 37 morti
In Iraq una serie di sanguinosi attacchi sta scandendo le celebrazioni dei fedeli
sciiti per l'anniversario della nascita dell'imam Al Mahdi. Almeno 37 persone sono
morte e 72 sono rimaste ferite a seguito di un attacco suicida avvenuto al termine
della preghiera del venerdì davanti ad una moschea sciita di Mosul. E sempre un attacco
dinamitardo ha ucciso tre pellegrini sciiti nei pressi di Sadr City, quartiere di
Baghdad. L’esplosione ha colpito l'autobus su cui stavano viaggiando di ritorno da
Karbala, località raggiunta da migliaia pellegrini sciiti in questi giorni di celebrazioni
per l’imam Al Mahdi.
Afghanistan Prosegue l’offensiva talebana in
Afghanistan in vista delle presidenziali del 20 agosto. Oggi 3 soldati britannici
hanno perso la vita in un’imboscata della guerriglia nella provincia di Helmand, dove
è in corso un’operazione senza precedenti contro le roccaforti dei miliziani integralisti.
Poco prima il Comando Usa aveva reso nota la morte di altri 4 dei propri soldati in
circostanze analoghe, sempre nella stessa provincia. Intanto, il neo segretario della
Nato Rasmussen, in un’intervista alla Bbc, ha esortato tutti gli alleati ad aumentare
le truppe sul terreno. E a due settimane dalle elezioni, "Amnesty International" denuncia
gravi violazioni dei diritti umani e propone ai candidati un’agenda in dieci punti
per affrontare la questione. Sui contenuti di questo appello Marco Bruno ha
intervistato Riccardo Noury portavoce di "Amnesty Italia":
R. - Rispettare
gli obblighi che l’Afghanistan ha assunto e che si è dato anche attraverso piani di
azione, riformare il sistema giudiziario, garantire un’applicazione efficace ed equa
della legge, porre fine ad arresti arbitrali, detenzioni illegali e torture, combattere
l’impunità, garantire libertà d’informazione, assistere le centinaia di migliaia di
sfollati interni e profughi che hanno fatto rientro nel Paese, imporre una moratoria
sulla pena di morte, proteggere la popolazione civile che finisce per essere coinvolta
sempre di più nel conflitto e – come ricordavo - prendere misure urgenti per garantire
in modo efficace e concreto e proteggere i diritti dei bambini e delle donne.
D.
– Qual è la situazione dei diritti umani in Afghanistan?
R.
- E’ una situazione pessima, in via di peggioramento anche di fronte alla nuova escalation
di violenza. E’ una situazione nella quale la popolazione nel suo complesso vive quotidianamente
nel rischio di subire la violazione dei diritti umani. Quello che è peggio, tutto
ciò avviene in una situazione di profonda sfiducia nella capacità delle autorità afghane,
nel creare condizioni migliori di vita e di rispetto dei diritti umani.
D.
– La popolazione è cosciente delle violazioni di questi diritti ?
R.
– E’ cosciente perché le vive direttamente sulla propria pelle, o le vive indirettamente,
perché in molti sono coinvolti nel conflitto tra le forze internazionali e i talebani
e ne subiscono purtroppo le conseguenze. Il 2008 é stato l’anno più duro dal punto
di vista delle vittime, con migliaia di civili che sono rimasti uccisi dall’una e
dall’altra parte. In ogni famiglia dove vi è una donna e in ogni famiglia dove vi
è un bambino, i tassi di mortalità elevatissimi, la mancanza di scolarizzazione, la
discriminazione, l’impossibilità di accedere a cure mediche, alle scuole, ai servizi
essenziali, alla giustizia, sono cose che naturalmente incidono sulla percezione della
popolazione di quello che potrà essere il proprio futuro.
D.
– Ritiene che i diretti interessati raccoglieranno le vostre raccomandazioni?
R.
– Sarebbe nell’interesse di tutti. Però, ad oggi, i 38 candidati alle elezioni ancora
non hanno dato segni tangibili di voler prendere un impegno concreto in favore dei
diritti umani.
D. – Come evitare che il governo
attuale si senta direttamente attaccato e ostacoli il dialogo su questi temi?
R.
– Le istituzioni nel loro complesso hanno bisogno di essere rafforzate, perché sono
istituzioni, quelle afghane, da un lato ricattate dai "signori della guerra", dall’altro
anche piene di corruzione e di persone all’interno del Parlamento macchiatesi di crimini
di guerra. Dovrebbe uscire veramente, a partire da queste elezioni, un Afghanistan
nuovo, con un governo forte, rafforzato ovviamente anche dal sostegno della comunità
internazionale, che ponga fine a questo sistema di assenza di Stato di diritto o corruzione
e impunità, che ha caratterizzato un po’ troppo questi ultimi anni.
Pakistan Baitullah
Mehsud, capo dei talebani pachistani, è stato ucciso ieri con la moglie da un missile
lanciato da un drone statunitense. La notizia riferita da fonti pakistane e americane
è stata confermata anche da un suo presunto collaboratore. Secondo la fonte, che ha
chiesto l'anonimato, da questa mattina è in corso un consiglio degli anziani per scegliere
il successore del leader talebano. Il missile ha colpito la casa di uno dei due suoceri
di Mehsud nel Waziristan del Sud, una regione tribale pachistana al confine con l'Afghanistan.
Iran È
ancora altissima la tensione in Iran, dove alcuni blogger hanno segnalato ieri sera
altri scontri tra polizia e manifestanti per le strade di Teheran. Intanto il presidente
Ahmadinejad è già al lavoro per preparare la nuova squadra di governo.
Tensione
in Caucaso ad un anno dalla guerra tra Russia e Georgia È trascorso un anno
esatto dalla guerra lampo combattuta nel Caucaso meridionale tra Russia e Georgia
ma la tensione, mai del tutto attenuata, continua con lo scambio di accuse reciproche.
Permane la paura di un nuovo scontro tra Tbilisi e Mosca. Il servizio di Mariella
Pugliesi:
Era la notte
tra il 7 e l'8 agosto 2008 quando l’esercito georgiano attaccò la capitale della regione
indipendentista dell'Ossezia del Sud e le forze armate russe in meno di una settimana
sbaragliarono l'avversario. Il conflitto causò centinaia di vittime e ancora oggi
sono più di 30 mila gli sfollati georgiani sprovvisti di scuole e ospedali e totalmente
dipendenti da aiuti umanitari. Grazie alla mediazione dell’allora presidente di turno
dell’Unione Europea, Nicolas Sarkozy, si arrivò a un cessate il fuoco. Le
due regioni georgiane dell'Ossezia del Sud e dell'Abkhazia si dichiararono indipendenti
e il loro nuovo statuto è ancora oggi riconosciuto solo da Russia e Nicaragua. A un
anno dal conflitto escono nuovi rapporti per attribuire le colpe della guerra e il
presidente georgiano Mikheil Saakashvili non ha esitato a definire preoccupanti
le manovre militari del Cremlino nella provincia dell'Ossezia del Sud. Intanto
le aspirazioni della Georgia di entrare nella Nato sono rallentate dal nuovo segretario
dell’Alleanza Atlantica, Rasmussen, che ha parlato dell’adesione come di una prospettiva
lontana. Mosca non tornerà indietro sulle sue convinzioni, dichiara
Medvedev, e dal ministero degli Esteri russo arriva anche l’ammonimento per gli Stati
Uniti, accusati di fornire armamenti alla Georgia. Da un anno, 240 osservatori
europei dell’Osce controllano le zone delle due ex repubbliche sovietiche.
Belgio Tragedia
in Belgio: nove anziani sono morti e altri trenta, tre dei quali in maniera grave,
sono rimasti gravemente feriti per un incendio che si è sviluppato ieri sera in una
casa di riposo nella cittadina di Melle, nelle Fiandre. Secondo i media locali, le
fiamme si sarebbero propagate a seguito di un corto circuito ad un ventilatore.
Iran:
divieto di pellegrinaggio alla Mecca a causa dell’influenza A I pellegrinaggi
degli iraniani alla Mecca saranno vietati per tutto il periodo del Ramadan, il mese
del digiuno e il sacrificio per i musulmani. È la direttiva del ministro della Salute
iraniano per prevenire il propagarsi dell’influenza A-H1N1 che ieri ha causato il
primo morto in Iran. Intanto il direttore della ricerca sui vaccini dell'Organizzazione
Mondiale della Sanità ha annunciato che a settembre saranno disponibili i primi vaccini.
Dal canto suo, ol presidente del Consiglio italiano ha autorizzato il ministero del
Lavoro e della Salute ad acquistare i vaccini per proteggere dalla prevista epidemia
almeno il 40% della popolazione.
Ciad In Ciad due operatori di “Medici
senza frontiere” sono stati dichiarati “dispersi” dopo una rapina a mano armata. La
rapina sarebbe avvenuta nella regione dell’Ade, ai confini con il Sudan, nella notte
di martedì. L’organizzazione internazionale non ha fornito ulteriori dettagli per
non compromettere il rilascio dei due dipendenti.
Italia: cade il Pil, ma
ci sono segnali di ripresa Ancora in caduta libera il Prodotto interno lordo
italiano: l’Istat registra una diminuzione dello 0,5 per cento rispetto al primo trimestre
2009 e del 6 per cento rispetto allo scorso anno. Ma si avvertono anche miglioramenti:
l’Italia, infatti, seguita dalla Francia, è tra le economie dell’area Ocse - Organizzazione
per la cooperazione e lo sviluppo economico - l’unica che sta già dando segnali di
ripresa. Ma cosa vogliono dire questi dati apparentemente in contrasto tra loro? Paolo
Ondarza lo ha chiesto a Giacomo Vaciago, docente di economia all’Università
Cattolica di Milano. R.
- Confermano la tendenza grave da ottobre, quando la crisi iniziata nella finanza
globale è diventata industriale, quindi più grave nei Paesi industrializzati: Giappone,
Germania e Italia. L’industria ha avuto un crollo in tutto il mondo, Italia compresa.
La crisi non è colpa nostra, è la più grave crisi che abbiamo senza averne particolare
colpa e riguarda anche le nostre industrie da cui sono semplicemente "scomparsi" gli
ordini. E’ anche chiaro che questa crisi gravissima, ottobre-maggio, è già con giugno
meno grave. Il problema è quanto ci metteremo a tornare ai livelli di un anno fa.
Il timore è che un certo numero di aziende tiri i remi in barca e chiuda.
D
. – Quindi ci si possono aspettare anche dati peggiori di questo?
R
. –Sì, per il settore industriale.
D . – Proprio
oggi l’Ocse dice che l’economia sta mostrando segnali di progresso in particolare
in Italia e in Francia…
R. - Di ripresa futura, non
già verificata. Diciamo che c’è ottimismo in numerosi settori di imprese che dicono
che il peggio è passato e che nei prossimi mesi la situazione migliorerà.
D.
- Come mai particolarmente in Italia?
R. - Perché
appunto il nostro settore industriale, dopo il risanamento fatto negli anni passati,
ha subito questa crisi ma era un settore che stava andando bene.
D.
– Cosa può fare il governo italiano per favorire una uscita dalla crisi?
R.
- Diciamo che la crisi industriale da ottobre è globale. La linea non può essere:
il governo italiano da solo cambia il mondo. Siamo solo 60 milioni su sei miliardi!
Però, insieme agli altri governi può fare di più per la ripresa e, comunque, con gli
interventi sugli ammortizzatori sociali può evitare che il costo sia gravissimo per
quelli che sono colpiti dalla crisi.
Catturato il
capo dei ribelli delle Tigri Tamil I ribelli tamil dello Sri Lanka hanno confermato
la cattura del loro leader Selvarasa Pathmanathan, arresto annunciato stamattina dalla
televisione nazionale cingalese. Pathmanathan è stato catturato mercoledì in Malaysia
e consegnato alle forze armate del governo di Colombo. Il nuovo leader aveva assunto
la guida dei separatisti Tamil lo scorso maggio dopo la sconfitta dell'organizzazione
grazie all’offensiva dell'esercito nazionale e in seguito all'uccisione del suo predecessore
Prabhakaran. (Panoramica internazionale a cura di Marco Guerra e Mariella Pugliesi) Bollettino
del Radiogiornale della Radio Vaticana Anno LIII no. 219
E'
possibile ricevere gratuitamente, via posta elettronica, l'edizione quotidiana del
Bollettino del Radiogiornale. La richiesta può essere effettuata sulla home page del
sito www.radiovaticana.org/italiano.