La credibilità dei sacerdoti dipende dalla loro santità: così il Papa all'udienza
generale dedicata al Curato d'Ars. Razionalismo e relativismo inadeguati alle domande
di fondo dell'uomo
Preghiamo Dio perché faccia dono alla sua Chiesa di santi sacerdoti, innamorati di
Cristo, messaggeri di speranza e pace per tutti: è quanto ha detto stamani Benedetto
XVI durante l’udienza generale del mercoledì a Castel Gandolfo, un’udienza dedicata
a San Giovanni Maria Vianney di cui ieri la Chiesa ha celebrato la memoria liturgica.
Nella sua catechesi il Papa ha sottolineato che razionalismo e relativismo sono due
risposte inadeguate alla ricerca di verità e alle domande di senso che l’uomo non
cessa di porsi. Ecco il testo integrale della catechesi (che il Papa ha sintetizzato
in voce) e i saluti nelle varie lingue. Cari fratelli e sorelle, nell’odierna
catechesi vorrei ripercorrere brevemente l’esistenza del Santo Curato d’Ars sottolineandone
alcuni tratti, che possono essere di esempio anche per i sacerdoti di questa nostra
epoca, certamente diversa da quella in cui egli visse, ma segnata, per molti versi,
dalle stesse sfide fondamentali umane e spirituali. Proprio ieri si sono compiuti
150 anni dalla sua nascita al Cielo: erano infatti le due del mattino del 4 agosto
1859, quando san Giovanni Battista Maria Vianney, terminato il corso della sua esistenza
terrena, andò incontro al Padre celeste per ricevere in eredità il regno preparato
fin dalla creazione del mondo per coloro che fedelmente seguono i suoi insegnamenti
(cfr Mt 25, 34). Quale grande festa deve esserci stata in Paradiso all’ingresso di
un così zelante pastore! Quale accoglienza deve avergli riservata la moltitudine dei
figli riconciliati con il Padre, per mezzo dalla sua opera di parroco e confessore!
Ho voluto prendere spunto da questo anniversario per indire l’Anno Sacerdotale, che,
com’è noto, ha per tema Fedeltà di Cristo, fedeltà del sacerdote. Dipende dalla santità
la credibilità della testimonianza e, in definitiva, l’efficacia stessa della missione
di ogni sacerdote. Giovanni Maria Vianney nacque
nel piccolo borgo di Dardilly l’8 maggio del 1786, da una famiglia contadina, povera
di beni materiali, ma ricca di umanità e di fede. Battezzato, com’era buon uso all’epoca,
lo stesso giorno della nascita, consacrò gli anni della fanciullezza e dell’adolescenza
ai lavori nei campi e al pascolo degli animali, tanto che, all’età di diciassette
anni, era ancora analfabeta. Conosceva però a memoria le preghiere insegnategli dalla
pia madre e si nutriva del senso religioso che si respirava in casa. I biografi narrano
che, fin dalla prima giovinezza, egli cercò di conformarsi alla divina volontà anche
nelle mansioni più umili. Nutriva in animo il desiderio di divenire sacerdote, ma
non gli fu facile assecondarlo. Giunse infatti all’Ordinazione presbiterale dopo non
poche traversìe ed incomprensioni, grazie all’aiuto di sapienti sacerdoti, che non
si fermarono a considerare i suoi limiti umani, ma seppero guardare oltre, intuendo
l’orizzonte di santità che si profilava in quel giovane veramente singolare. Così,
il 23 giugno 1815, fu ordinato diacono e, il 13 agosto seguente, sacerdote. Finalmente
all’età di 29 anni, dopo molte incertezze, non pochi insuccessi e tante lacrime, poté
salire l’altare del Signore e realizzare il sogno della sua vita. Il
Santo Curato d’Ars manifestò sempre un’altissima considerazione del dono ricevuto.
Affermava: “Oh! Che cosa grande è il Sacerdozio! Non lo si capirà bene che in Cielo…
se lo si comprendesse sulla terra, si morirebbe, non di spavento ma di amore!” (Abbé
Monnin, Esprit du Curé d’Ars, p. 113). Inoltre, da fanciullo aveva confidato alla
madre: “Se fossi prete, vorrei conquistare molte anime” (Abbé Monnin, Procès de l’ordinaire,
p. 1064). E così fu. Nel servizio pastorale, tanto semplice quanto straordinariamente
fecondo, questo anonimo parroco di uno sperduto villaggio del sud della Francia riuscì
talmente ad immedesimarsi col proprio ministero, da divenire, anche in maniera visibilmente
ed universalmente riconoscibile, alter Christus, immagine del Buon Pastore, che, a
differenza del mercenario, dà la vita per le proprie pecore (cfr Gv 10,11). La sua
esistenza fu una catechesi vivente, che acquistava un’efficacia particolarissima quando
la gente lo vedeva celebrare la Messa, sostare in adorazione davanti al tabernacolo
o trascorrere molte ore nel confessionale. Centro
di tutta la sua vita era dunque l’Eucaristia, che celebrava ed adorava con devozione
e rispetto. Altra caratteristica fondamentale di questa straordinaria figura sacerdotale
era l’assiduo ministero delle confessioni. Riconosceva nella pratica del sacramento
della penitenza il logico e naturale compimento dell’apostolato sacerdotale, in obbedienza
al mandato di Cristo: “A chi rimetterete i peccati saranno rimessi e a chi non li
rimetterete resteranno non rimessi” (cfr Gv 20,23). San Giovanni Maria Vianney si
distinse pertanto come ottimo e instancabile confessore e maestro spirituale. Passando
“con un solo movimento interiore, dall’altare al confessionale”, dove trascorreva
gran parte della giornata, cercava in ogni modo, con la predicazione e con il consiglio
persuasivo, di far riscoprire ai parrocchiani il significato e la bellezza della penitenza
sacramentale, mostrandola come un’esigenza intima della Presenza eucaristica (cfr
Lettera ai sacerdoti per l’Anno Sacerdotale). I
metodi pastorali di san Giovanni Maria Vianney potrebbero apparire poco adatti alle
attuali condizioni sociali e culturali. Come potrebbe infatti imitarlo un sacerdote
oggi, in un mondo tanto cambiato? Se è vero che mutano i tempi e molti carismi sono
tipici della persona, c’è però uno stile di vita e un anelito di fondo che tutti sono
chiamati a coltivare. A ben vedere, ciò che ha reso santo il Curato d’Ars è stata
la sua umile fedeltà alla missione a cui Iddio lo aveva chiamato; è stato il suo costante
abbandono, colmo di fiducia, nelle mani della Provvidenza divina. Egli riuscì a toccare
il cuore della gente non in forza delle proprie doti umane, né facendo leva esclusivamente
su un pur lodevole impegno della volontà; conquistò le anime, anche le più refrattarie,
comunicando loro ciò che intimamente viveva, e cioè la sua amicizia con Cristo. Fu
“innamorato” di Cristo, e il vero segreto del suo successo pastorale è stato l’amore
che nutriva per il Mistero eucaristico annunciato, celebrato e vissuto. La sua testimonianza
ci ricorda, cari fratelli e sorelle, che per ciascun battezzato, e ancor più per il
sacerdote, l’Eucaristia “non è semplicemente un evento con due protagonisti, un dialogo
tra Dio e me. La Comunione eucaristica tende ad una trasformazione totale della propria
vita. Con forza spalanca l’intero io dell’uomo e crea un nuovo noi” (Joseph Ratzinger,
La Comunione nella Chiesa, p. 80). Lungi allora
dal ridurre la figura di san Giovanni Maria Vianney a un esempio, sia pure ammirevole,
della spiritualità devozionale ottocentesca, è necessario al contrario cogliere la
forza profetica che contrassegna la sua personalità umana e sacerdotale. Nella Francia
post-rivoluzionaria che sperimentava una sorta di “dittatura del razionalismo” volta
a cancellare la presenza stessa dei sacerdoti e della Chiesa nella società, egli visse,
prima - negli anni della giovinezza - un’eroica clandestinità percorrendo chilometri
nella notte per partecipare alla Santa Messa. Poi - da sacerdote – si contraddistinse
per una singolare e feconda creatività pastorale, atta a mostrare che il razionalismo,
allora imperante, era in realtà distante dal soddisfare gli autentici bisogni dell’uomo
e quindi, in definitiva, non vivibile. Cari fratelli
e sorelle, a 150 anni dalla morte del Santo Curato d’Ars, le sfide della società odierna
non sono meno impegnative, anzi forse, si sono fatte più complesse. Se allora c’era
la “dittatura del razionalismo”, all’epoca attuale si registra in molti ambienti una
sorta di “dittatura del relativismo”. Entrambe appaiono risposte inadeguate alla giusta
domanda dell’uomo di usare a pieno della propria ragione come elemento distintivo
e costitutivo della propria identità. Il razionalismo fu inadeguato perché non tenne
conto dei limiti umani e pretese di elevare la sola ragione a misura di tutte le cose,
trasformandola in una dea; il relativismo contemporaneo mortifica la ragione, perché
di fatto arriva ad affermare che l’essere umano non può conoscere nulla con certezza
al di là del campo scientifico positivo. Oggi però, come allora, l’uomo “mendicante
di significato e compimento” va alla continua ricerca di risposte esaustive alle domande
di fondo che non cessa di porsi. Avevano ben presente
questa “sete di verità”, che arde nel cuore di ogni uomo, i Padri del Concilio Ecumenico
Vaticano II quando affermarono che spetta ai sacerdoti, “quali educatori della fede”,
formare “un’autentica comunità cristiana” capace di aprire “a tutti gli uomini la
strada che conduce a Cristo” e di esercitare “una vera azione materna” nei loro confronti,
indicando o agevolando a chi non crede “il cammino che porta a Cristo e alla sua Chiesa”,
e costituendo per chi già crede “stimolo, alimento e sostegno per la lotta spirituale”
(cfr Presbyterorum ordinis, 6). L’insegnamento che a questo proposito continua a trasmetterci
il Santo Curato d’Ars è che, alla base di tale impegno pastorale, il sacerdote deve
porre un’intima unione personale con Cristo, da coltivare e accrescere giorno dopo
giorno. Solo così potrà toccare i cuori della gente ed aprirli all’amore misericordioso
del Signore; solo così, di conseguenza, potrà infondere entusiasmo e vitalità spirituale
alle comunità che il Signore gli affida. Preghiamo perché, per intercessione di san
Giovanni Maria Vianney, Iddio faccia dono alla sua Chiesa di santi sacerdoti, e perché
cresca nei fedeli il desiderio di sostenere e coadiuvare il loro ministero. Affidiamo
questa intenzione a Maria, che oggi invochiamo come Madonna della Neve. SALUTI
NELLE VARIE LINGUE FRANCESE Je
suis heureux d’accueillir les pèlerins de langue française présents ce matin. Je salue
particulièrement les jeunes de la paroisse Sainte-Rose de Lima, du Robert, à La Martinique.
Alors que nous célébrons en ces jours le cent-cinquantième anniversaire de la mort
de Saint Jean-Marie Vianney, je vous invite à prier pour que son témoignage soit pour
les prêtres d’aujourd’hui un enseignement qui les encourage à vivre leur ministère
avec foi et générosité. Que par l’intercession du Curé d’Ars le Seigneur donne à son
Église de saints prêtres qui trouveront chez les fidèles soutien et collaboration
dans leur mission d’annoncer l’Évangile. Que Dieu vous bénisse ! INGLESE I
offer a warm welcome to the English-speaking visitors present at today’s Audience,
especially the pilgrimage groups from England, China, Korea and the United States
of America. Yesterday the Church celebrated the one hundred and fiftieth anniversary
of the death of Saint John Vianney, the Curé of Ars, who is the patron saint of parish
priests. In this Year for Priests, let us pray that through his intercession all
priests will be renewed in love of the Lord, in the joyful pursuit of holiness and
in generous commitment to the spread of the Gospel. Upon you and your families I
invoke God’s blessings of joy and peace! TEDESCO Ganz
herzlich begrüße ich die vielen deutschsprachigen Besucher hier in Castel Gandolfo.
Besonders heiße ich die Behindertengruppe aus Augsburg und die St.-Georgs-Pfadfinder
willkommen. Gestern haben wir des 150. Todestags des heiligen Pfarrers von Ars gedacht.
Jean-Marie Vianney hat die Liebe Christi wirklich verkörpert, die er in der Predigt
verkündete und in den Sakramenten feierte. So konnte er viele Menschen zur Umkehr
und zur Heiligkeit führen. Beten wir in diesem Jahr für alle Priester und lassen wir
sie unsere Wertschätzung und unsere Unterstützung erfahren. Der Herr schenke euch
die Gnade einer innigen Freundschaft mit Christus und segne euch und eure Familien.
SPAGNOLO Saludo
cordialmente a los peregrinos de lengua española. En particular, a los grupos de la
pastoral juvenil de Toledo, Valencia y Sigüenza-Guadalajara. En este Año Sacerdotal,
invito a todos a acompañar a los ministros del Señor con la oración, la solidaridad
espiritual y la colaboración, para que sean fieles a su vocación y vivan gozosamente
su misión en la Iglesia, siguiendo en todo a Cristo, Buen Pastor, a ejemplo de San
Juan María Vianney. Que la Virgen María interceda para que el Pueblo de Dios se enriquezca
con santos y abnegados sacerdotes. Muchas gracias. PORTOGHESE Amados
peregrinos de língua portuguesa, sede bem-vindos! A todos saúdo com grande afeto e
alegria, nomeadamente aos grupos que vieram de Palhaça e do Brasil com o desejo de
encontrar o Sucessor de Pedro. Com votos de que vossas existências sejam uma catequese
vivente como foi a vida do santo Cura d'Ars, desça sobre vós, vossas famílias e comunidades
a minha Bênção. POLACCO Serdecznie
witam uczestniczących w tej audiencji Polaków. Wczoraj obchodziliśmy wspomnienie świętego
Jana Marii Vianneya, patrona kapłanów. Za jego wstawiennictwem, prośmy Boga, w Roku
Kapłańskim, o dar świętości ich życia i posługi. Niech będą dla wszystkich posłańcami
nadziei, pojednania i pokoju. Niech będzie pochwalony Jezus Chrystus.
[Saluto cordialmente i Polacchi presenti a quest’Udienza. Ieri, abbiamo celebrato
la memoria di san Giovanni Maria Vianney, patrono dei sacerdoti. Per sua intercessione,
chiediamo a Dio, in quest’anno sacerdotale, il dono della santità della loro vita
e del loro ministero. Siano per tutti messaggeri di speranza, di riconciliazione e
di pace. Sia lodato Gesù Cristo.] UNGHERESE Isten
hozta a magyar zarándokokat! Szeretettel köszöntelek Benneteket! Apostoli áldásom
kísérjen minden utatokon. Dicsértessék a Jézus Krisztus! [Rivolgo
ora il mio cordiale saluto ai pellegrini di lingua ungherese. La Benedizione Apostolica
vi accompagni sulle vostre vie. Sia lodato Gesù Cristo!] CECO Srdečně
zdravím poutníky z farnosti Jalubí! Drazí, přeji vám všem, aby letní dovolené a prázdniny
přispěly nejen ke zdraví těla, ale i duše. K tomu vám rád žehnám! Chvála Kristu!
[Un cordiale benvenuto ai pellegrini della Parrocchia di Jalubí. Carissimi, auguro
a voi tutti che le ferie estive giovino non solo alla salute del corpo, ma anche a
quella dell'anima. Con questi voti volentieri vi benedico. Sia lodato Gesù Cristo!] Saluti
in italiano Saluto i pellegrini di lingua italiana,
in particolare i Figli e le Ancelle dell’Amore Misericordioso, le Suore di Santa Marta
e le Suore della Misericordia. Per tutti assicuro la mia preghiera, perché, sostenuti
dalla Grazia divina ciascuno possa impegnarsi con rinnovato slancio apostolico nell'opera
della nuova evangelizzazione. Il mio pensiero
si dirige, inoltre, ai malati, agli sposi novelli e ai giovani, in particolare ai
partecipanti al “5° Meeting Internazionale dei Giovani verso Assisi”. Oggi, memoria
liturgica della Dedicazione della Basilica di Santa Maria Maggiore, la liturgia ci
invita a volgere lo sguardo a Maria, Madre di Cristo. Guardate sempre a Lei, cari
giovani, imitandola nel seguire fedelmente la volontà divina; ricorrete a Lei con
fiducia, cari ammalati, per sperimentare nel momento della prova l'efficacia della
sua protezione; affidate a Lei, cari sposi novelli, la vostra famiglia, perché sia
sempre sorretta dalla sua materna intercessione.