Dialogo tra scienza e religioni nella società digitalizzata al centro della seconda
giornata di Tonalestate
Uomini di scienza e di religione, umanisti e artisti seguono gli incontri di Tonalestate,
la kermesse di incontri e dibattiti che si è aperta ieri al passo del Tonale, in Provincia
di Trento, e che proseguirà fino al 7 agosto anche a Ponte di Legno. Ad offrire riflessioni
ed esperienze di impegno sociale sono personalità e giovani di diverse religioni e
Paesi. Il servizio di Fausta Speranza.
Un
“evoluto selvaggio”: è una delle espressioni usate per parlare dell’essere umano a
Tonalestate. La riflessione spazia dagli aspetti scientifici, a 200 anni dalla nascita
di Darwin, a quelli filosofico-teologici. Tra i relatori uomini di cultura e di Chiesa
e anche esponenti di altre religioni. Padre Marc Leclerc, professore
di filosofia all’Università Gregoriana, ha offerto il suo contributo di pensiero sulla
peculiarità dell’uomo. Lo sintetizza così al microfono di padre David Gutierrez
responsabiledei programmi in lingua spagnola della
nostra emittente:
R. - L’uomo è la mediazione culturale
tra la scienza e la fede. Possiamo partire dal mistero dell’uomo essenzialmente nella
prospettiva pascaliana per provare di capire un po’ le varie dimensioni dell’umanità
dell’uomo. L’uomo è sempre capace del peggio e del meglio, cerca l’unità e la pace
ma si trova diviso in se stesso in mille modi. A partire da questa pluridimensionalità
vediamo anche come l’uomo non si possa minimamente ridurre alla sua dimensione scientifica,
che sarebbe la contraddizione dello scientismo, ma invece si deve prendere in tutte
le sue dimensioni. La vera mediazione culturale si apre nel ricordarsi che sia la
scienza che la fede fanno parte in un qualche modo anche della cultura. Non c’è una
scienza separata, né una religione che sia staccata da tutto, ma c’è una cultura scientifica,
come c’è pure una cultura religiosa e quindi a livello culturale bisogna riavviare
il dialogo.
D. - Come può agire la fede?
R.
- Non parlo da teologo ma proprio da filosofo. E mi pare che il punto di vista razionale
sia necessario per parlare un linguaggio che tutti gli uomini - almeno potenzialmente
- possano sentire. Credo che, seguendo tra l’altro il pensiero di Maurice Blondel,
possiamo mostrare la radicale insufficienza dell’uomo in se stesso, la sua limitazione.
L’uomo ha sempre il desiderio infinito ma anche sempre la consapevolezza della sua
finitezza, della sua piccolezza, quindi della presa di coscienza della propria insufficienza.
Ecco dunque la necessità che abbiamo di aprirci a quello che ci supera, quindi dall'imanenza
alla trascendenza. Di fronte a ciò che definiamo “l’unico necessario”, cioè Dio, in
noi si apre un’alternativa radicale. L’uomo, cioè, si trova libero fondamentalmente
di fronte a Dio e deve scegliere tra la chiusura volontaristica nella pretesa autosufficienza
- che è una pura illusione che lo autocondanna - e l’apertura alla trascendenza tramite
l’umile riconoscimento della propria limitatezza, della propria insufficienza. Allora
lì si apre ciò che Blondel chiama “l’ipotesi del soprannaturale”: ipotesi dal punto
di vista filosofico, che poi va verificata dal punto di vista della fede personale,
dell’azione, della vita concreta di ciascuno.
Non
si può guardare oggi alle potenzialità e alla ricchezza dell’uomo creato a immagine
di Dio senza considerare l’attuale contesto della società digitalizzata. Lo ribadisce
Mons. Claudio Maria Celli, presidente del Pontificio Consiglio
delle Comunicazioni Sociali - sempre al microfono di padre David Gutierrez - ricordando
il Messaggio del Papa sulle nuove tecnologie:
R.
– E’ innegabile che oggi i mezzi di comunicazione sociale apportino un grande contributo
al cammino dell’uomo, al cammino della società. Oggi i mezzi di comunicazione sociale
hanno una grande potenzialità, per favorire solidarietà, dialogo, amicizia. Il Santo
Padre sa perfettamente quali sono i limiti delle tecnologie di oggi, però credo che
nel suo ultimo Messaggio abbia voluto sottolinearne innanzitutto la positività, perchè
i mezzi di comunicazione oggi sono una grande opportunità.
D.
– In questo incontro abbiamo tanti ragazzi, tanti giovani venuti da diverse parti
del mondo, dal Giappone, dall’America Latina e da altri posti. E’ chiaro che per la
gioventù il fatto tecnologico sia qualcosa di molto naturale, ma ci sono rischi…
R.
– Ci accorgiamo sempre di più che il problema non è solamente la tecnologia, ma l’attenzione
deve essere portata ai contenuti. La tecnologia in sé è solamente un’opportunità.
Poi dipende dall’uomo valutare come utilizzare i mezzi che la tecnologia di oggi pone
a sua disposizione. Ecco perché il Santo Padre sottolinea che bisogna promuovere una
cultura di dialogo, di rispetto. Oggi c’è nel mondo una grande attenzione alla 'connessione'.
Oggi siamo più preoccupati di essere ‘connessi’ che di dare un significato ai contenuti
della nostra connessione. E’ uno dei grandi rischi che, ad esempio, i giovani oggi
si trovano di fronte. E’ una generazione digitale. Il rischio che si corre oggi è
quello di avere una grande amicizia virtuale ma dimenticando la comunità che vive
accanto a noi, con la quale bisogna instaurare un rapporto di solidarietà, di condivisione,
sui grandi valori dell’uomo.
Nella giornata di oggi
trova spazio anche il dialogo tra le fedi, con la partecipazione di Dalil Boubakeur
della Moschea di Parigi e del rabbino Daniel Rossing del Jerusalem
Center for Jewish-Christian relation, che - al microfono di padre Gutierrez - parla
della situazione in Terra Santa ricordando anche il viaggio di Benedetto XVI:
R.
– Whereas there is quite a developed dialogue… Mentre esiste un dialogo
abbastanza avanzato in Occidente tra il mondo ebraico e il mondo cristiano, in particolare
il mondo cattolico, nella stessa Terra Santa c’è un piccolo dialogo locale tra i cristiani
locali e la popolazione ebraica. Quindi ci troviamo ad uno stadio iniziale, ad uno
stadio pionieristico dello sviluppo di questo dialogo nella Terra Santa stessa. Ci
sono vari aspetti che hanno caratterizzato la visita di Papa Benedetto XVI. Ci sono
stati alcuni aspetti controversi per quanto riguarda l’aspetto interreligioso della
visita, ma era chiara e manifesta l’intenzione di Benedetto XVI di raggiungere musulmani
ed ebrei. E penso che il messaggio ai leader politici sulla necessità di favorire
una pacifica convivenza tra tutti sia stato veramente chiaro e ben espresso dal Santo
Padre.