2009-08-05 15:16:59

Dialogo tra scienza e religioni nella società digitalizzata al centro della seconda giornata di Tonalestate


Uomini di scienza e di religione, umanisti e artisti seguono gli incontri di Tonalestate, la kermesse di incontri e dibattiti che si è aperta ieri al passo del Tonale, in Provincia di Trento, e che proseguirà fino al 7 agosto anche a Ponte di Legno. Ad offrire riflessioni ed esperienze di impegno sociale sono personalità e giovani di diverse religioni e Paesi. Il servizio di Fausta Speranza.RealAudioMP3

 
Un “evoluto selvaggio”: è una delle espressioni usate per parlare dell’essere umano a Tonalestate. La riflessione spazia dagli aspetti scientifici, a 200 anni dalla nascita di Darwin, a quelli filosofico-teologici. Tra i relatori uomini di cultura e di Chiesa e anche esponenti di altre religioni. Padre Marc Leclerc, professore di filosofia all’Università Gregoriana, ha offerto il suo contributo di pensiero sulla peculiarità dell’uomo. Lo sintetizza così al microfono di padre David Gutierrez responsabile dei programmi in lingua spagnola della nostra emittente:

 
R. - L’uomo è la mediazione culturale tra la scienza e la fede. Possiamo partire dal mistero dell’uomo essenzialmente nella prospettiva pascaliana per provare di capire un po’ le varie dimensioni dell’umanità dell’uomo. L’uomo è sempre capace del peggio e del meglio, cerca l’unità e la pace ma si trova diviso in se stesso in mille modi. A partire da questa pluridimensionalità vediamo anche come l’uomo non si possa minimamente ridurre alla sua dimensione scientifica, che sarebbe la contraddizione dello scientismo, ma invece si deve prendere in tutte le sue dimensioni. La vera mediazione culturale si apre nel ricordarsi che sia la scienza che la fede fanno parte in un qualche modo anche della cultura. Non c’è una scienza separata, né una religione che sia staccata da tutto, ma c’è una cultura scientifica, come c’è pure una cultura religiosa e quindi a livello culturale bisogna riavviare il dialogo.

 
D. - Come può agire la fede?

 
R. - Non parlo da teologo ma proprio da filosofo. E mi pare che il punto di vista razionale sia necessario per parlare un linguaggio che tutti gli uomini - almeno potenzialmente - possano sentire. Credo che, seguendo tra l’altro il pensiero di Maurice Blondel, possiamo mostrare la radicale insufficienza dell’uomo in se stesso, la sua limitazione. L’uomo ha sempre il desiderio infinito ma anche sempre la consapevolezza della sua finitezza, della sua piccolezza, quindi della presa di coscienza della propria insufficienza. Ecco dunque la necessità che abbiamo di aprirci a quello che ci supera, quindi dall'imanenza alla trascendenza. Di fronte a ciò che definiamo “l’unico necessario”, cioè Dio, in noi si apre un’alternativa radicale. L’uomo, cioè, si trova libero fondamentalmente di fronte a Dio e deve scegliere tra la chiusura volontaristica nella pretesa autosufficienza - che è una pura illusione che lo autocondanna - e l’apertura alla trascendenza tramite l’umile riconoscimento della propria limitatezza, della propria insufficienza. Allora lì si apre ciò che Blondel chiama “l’ipotesi del soprannaturale”: ipotesi dal punto di vista filosofico, che poi va verificata dal punto di vista della fede personale, dell’azione, della vita concreta di ciascuno.

 
Non si può guardare oggi alle potenzialità e alla ricchezza dell’uomo creato a immagine di Dio senza considerare l’attuale contesto della società digitalizzata. Lo ribadisce Mons. Claudio Maria Celli, presidente del Pontificio Consiglio delle Comunicazioni Sociali - sempre al microfono di padre David Gutierrez - ricordando il Messaggio del Papa sulle nuove tecnologie:

 
R. – E’ innegabile che oggi i mezzi di comunicazione sociale apportino un grande contributo al cammino dell’uomo, al cammino della società. Oggi i mezzi di comunicazione sociale hanno una grande potenzialità, per favorire solidarietà, dialogo, amicizia. Il Santo Padre sa perfettamente quali sono i limiti delle tecnologie di oggi, però credo che nel suo ultimo Messaggio abbia voluto sottolinearne innanzitutto la positività, perchè i mezzi di comunicazione oggi sono una grande opportunità.

 
D. – In questo incontro abbiamo tanti ragazzi, tanti giovani venuti da diverse parti del mondo, dal Giappone, dall’America Latina e da altri posti. E’ chiaro che per la gioventù il fatto tecnologico sia qualcosa di molto naturale, ma ci sono rischi…

 
R. – Ci accorgiamo sempre di più che il problema non è solamente la tecnologia, ma l’attenzione deve essere portata ai contenuti. La tecnologia in sé è solamente un’opportunità. Poi dipende dall’uomo valutare come utilizzare i mezzi che la tecnologia di oggi pone a sua disposizione. Ecco perché il Santo Padre sottolinea che bisogna promuovere una cultura di dialogo, di rispetto. Oggi c’è nel mondo una grande attenzione alla 'connessione'. Oggi siamo più preoccupati di essere ‘connessi’ che di dare un significato ai contenuti della nostra connessione. E’ uno dei grandi rischi che, ad esempio, i giovani oggi si trovano di fronte. E’ una generazione digitale. Il rischio che si corre oggi è quello di avere una grande amicizia virtuale ma dimenticando la comunità che vive accanto a noi, con la quale bisogna instaurare un rapporto di solidarietà, di condivisione, sui grandi valori dell’uomo.

 
Nella giornata di oggi trova spazio anche il dialogo tra le fedi, con la partecipazione di Dalil Boubakeur della Moschea di Parigi e del rabbino Daniel Rossing del Jerusalem Center for Jewish-Christian relation, che - al microfono di padre Gutierrez - parla della situazione in Terra Santa ricordando anche il viaggio di Benedetto XVI:

 
R. – Whereas there is quite a developed dialogue…
Mentre esiste un dialogo abbastanza avanzato in Occidente tra il mondo ebraico e il mondo cristiano, in particolare il mondo cattolico, nella stessa Terra Santa c’è un piccolo dialogo locale tra i cristiani locali e la popolazione ebraica. Quindi ci troviamo ad uno stadio iniziale, ad uno stadio pionieristico dello sviluppo di questo dialogo nella Terra Santa stessa. Ci sono vari aspetti che hanno caratterizzato la visita di Papa Benedetto XVI. Ci sono stati alcuni aspetti controversi per quanto riguarda l’aspetto interreligioso della visita, ma era chiara e manifesta l’intenzione di Benedetto XVI di raggiungere musulmani ed ebrei. E penso che il messaggio ai leader politici sulla necessità di favorire una pacifica convivenza tra tutti sia stato veramente chiaro e ben espresso dal Santo Padre.







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