Il turismo opportunità di evangelizzazione: il commento di don Lusek
Bisogna “pensare a un turismo diverso, capace di promuovere una vera conoscenza reciproca,
senza togliere spazio al riposo e al sano divertimento”: è l’esortazione di Benedetto
XVI contenuta nella sua ultima Enciclica Caritas in veritate. Parole quanto
mai attuali in questo periodo estivo contraddistinto dai viaggi e dal tempo libero.
Al microfono di Luca Collodi, la riflessione di don Mario Lusek, direttore
dell'Ufficio Pastorale Sport Turismo e Tempo Libero della Cei, per il quale
"la Chiesa fin dal 1969 ha espresso la sua attenzione pastorale all'evoluzione del
fenomeno turistico nel suo aspetto spirituale, sociale ed economico".
R. – Questo
è uno dei cavalli di battaglia che portiamo avanti proprio per una nuova cultura del
turismo e del viaggiare, cioè al centro c’è sempre la persona, l’uomo e quindi l’interesse
della Chiesa è verso l’uomo anche quando si mette in movimento, quando viaggia per
motivi di fede, per motivi turistici, culturali o di lavoro. Ci interessa proprio
l’uomo in quanto tale e per questo siamo attenti soprattutto ad un fenomeno, come
questo, che sta assumendo proporzioni incredibili: se pensiamo che più di un miliardo
di persone si mette in movimento per motivi turistici, significa proprio che è interessata
un’infinità di persone. In questo senso ci interessano due atteggiamenti: quello educativo
e quello culturale. Quello educativo è di imparare proprio l’arte del viaggiare e
quello culturale di proporre una nuova cultura del viaggio, in cui anche la mobilità,
anche il trovarsi per strada deve assumere sicuramente un significato diverso. D.
– Don Lusek possiamo dire con certezza che per la Chiesa oggi il turismo è diventato
un’opportunità di evangelizzazione? R. – Non c’è dubbio! Se
noi abbiniamo l’accoglienza nei confronti dei viandanti non solo dello spirito, ma
anche i curiosi a livello culturale, noi abbiamo una ricchezza incredibile che è il
patrimonio della Chiesa italiana. In Italia, il 70 per cento dei beni culturali sono
di natura ecclesiastica e quindi noi possiamo offrire un turismo di qualità che è
abbinato anche a quello ambientale. L’attenzione alla salvaguardia del Creato è proprio
il tema scelto dal Santo Padre per la prossima Giornata mondiale della Pace. Noi abbinando
la cultura, l’ambiente, la qualità della vita possiamo offrire un modo di fare vacanza
veramente diverso, alternativo e a misura d’uomo. D. – Oltre
che un fatto sociale il turismo è anche un fenomeno ormai economico, forse troppo.
Da questo punto di vita la Chiesa che cosa pensa? R. – Sicuramente
la Chiesa quando si occupa di questo settore, si occupa anche di un turismo sobrio,
rispettoso, punta sui borghi ospitali, sulle comunità ospitali. D'altronde l’ospitalità
è una tradizione della Chiesa stessa. La Bibbia è piena di racconti di ospitalità
e la tradizione della Chiesa ha messo proprio sulla strada dell’uomo una infinità
di punti di ristoro, di incontro e di dialogo. Le antiche strade di movimento erano
strade di pellegrini che poi sono diventate strade di commerci e il pellegrinaggio
non è stato di ostacolo al commercio, tutt’altro, forse hanno favorito uno scambio
maggiore ed anche una ricchezza condivisa. D. – Che rapporto
c’è tra il turismo e la teologia? R. – L’uomo è nomade per natura,
è viandante per natura, è curioso, non sta mai fermo. L'uomo ha bisogno di muoversi
e quindi nella storia sacra, nella teologia, vediamo che le grandi epopee, anche del
popolo di Israele, sono un viaggio, pensiamo all’esodo. L’esperienza di Abramo è un
altro viaggio, l’uscita dalla propria terra alla ricerca di un approdo che non è mai
definitivo. Il viaggio diventa metafora di una vita che ha una meta e sempre un oltre
e l’oltre per l’uomo di fede è sempre Dio, la ricerca dell’assoluto che è fatta appunto
anche di percorsi, di itinerari, di soste, a volte anche forzate - come può essere
il dolore, la fatica dell’andare avanti – ma sempre con una speranza: la speranza
di quell’oltre che è poi la felicità piena dell’uomo.(Montaggio
a cura di Maria Brigini)