Migliaia di pellegrini alla Porziuncola per il Perdono di Assisi
Oltre 10 mila pellegrini, provenienti da tutto il mondo, sono in queste ore a Santa
Maria degli Angeli per ricevere alla Porziuncola il Perdono di Assisi, la “Grande
Indulgenza” come chiedeva San Francesco per i suoi poveri. Ieri l’apertura ufficiale
della festa: stamani la Messa solenne presieduta da mons. Gualtiero Sigismondi, vescovo
di Foligno. Il presule ha definito il Perdono di Assisi una “manifestazione della
delicatezza e tenerezza di Dio”. Nel pomeriggio arrivano i 1500 giovani, provenienti
da tutta Italia e da altre nazioni europee, che hanno partecipato alla 29.ma edizione
della Marcia Francescana. Ce ne parla Alessandra De Gaetano.
Avere una
vita illuminata dalla Parola di Dio. Questo il senso della 29.ma edizione della marcia
Francescana, dal titolo “Dà parola ai tuoi passi”. Un cammino di preghiera, condivisione
e fraternità per incontrare Gesù, come sottolinea padre Francesco Piloni, responsabile
della pastorale giovanile e vocazionale della provincia dei frati dell’Umbria: “Quest’anno,
per noi, c'è la sottolineatura forte della Parola di Dio. Come la Parola di Dio ha
formato, ha convertito, ha preparato ad una risposta generosa il cuore di Francesco,
permette a questi giovani, oggi, e anche a noi, frati e suore pellegrini con loro,
di lasciarci ulteriormente formare per arrivare a scelte come sono state quelle di
Francesco capaci, dopo 800 anni, di dire la fedeltà di Dio”. Ma che significa
vivere questa esperienza? Ascoltiamo le testimonianze di alcuni marciatori: “Mi
aspettavo una bellissima esperienza, però sinceramente qui è molto di più; è stato
proprio un incontro con il Signore: non me l’aspettavo! Abbiamo avuto anche la giornata
penitenziale, è stata proprio una liberazione donare tutto, magari anche le ferite
che si hanno, i pesi che ci sono nel cuore … da anni che non riuscivo a togliermeli!
E’ stata una liberazione, e adesso è bello per me poter arrivare ... per una vita
comunque per il Signore!”. “L’idea era quella di pregare non soltanto dal
mento in su, insomma: non soltanto con testa e bocca, ma di pregare con tutto il cuore,
di riuscire a mettere nelle mani di Dio non soltanto alcuni aspetti della propria
vita, ma tutti. Quindi, dormire, svegliarsi, camminare, sudare, avere vesciche ai
piedi, condividere esperienze non sempre godibilissime con i compagni di viaggio …
Insomma, era quella di coinvolgere anche in maniera diretta la fisicità nella preghiera”. Un
altro volto della marcia è vivere l’esperienza del servizio, un’attività di supporto
durante il cammino: “Negli anni passati abbiamo fatto l’esperienza
della marcia, ed è stata per noi un vero incontro con il Signore. Per questo, un po’
tutti abbiamo scelto veramente di ri-donare quello che abbiamo ricevuto: amore gratuito.
Vedere i volti che arrivano alle tappe stanchi, e aspettarli, attenderli con un canto,
veramente accompagnarli come in un abbraccio, in ogni giorno, in ogni momento della
giornata!”.