Una folla di fedeli musulmani ha saccheggiato e dato alle fiamme 75 case di cristiani
e bruciato due chiese nel villaggio di Korian, distretto di Toba Tek Singh nel Punjab.
Lo riferisce AsiaNews. Secondo l’Associated Press sei cristiani, tra cui quattro donne
e un bambino, sarebbero stati uccisi. A far scatenare l’attacco l’accusa di presunta
blasfemia contro Mukhtar Masih, Talib Masih ed il figlio di quest’ultimo, Imran Maseeh.
I tre – secondo le accuse - avrebbero dissacrato il Corano durante una cerimonia nuziale.
Secondo fonti locali, gli aggressori provenivano da un villaggio vicino a Korian.
I fatti risalgono al 30 luglio: i musulmani hanno preso d’assalto le case dei cristiani
mentre un gruppo di loro cercava di inscenare una sorta di processo pubblico per ottenere
da Talib Masih le scuse per il gesto di cui era accusato. La folla ha poi bloccato
la strada che unisce Faisalabad a Gojra e l’ingresso della caserma dei vigili del
fuoco del villaggio, ostacolando i soccorsi e l'estinzione degli incendi. Il presidente
pakistano, Asif Ali Zardari, ha espresso seria preoccupazione per l’accaduto: “È un
fatto che va contro lo spirito dell’islam e le norme della società civile quando le
leggi vengono manipolate e i membri di una minoranza sono fatti oggetto di violenza
sulla base di crimini reali o presunti”. Zardari ha chiesto alle autorità locali un
rapporto dettagliato della situazione e ieri ha inviato sul posto il Ministro per
le minoranze, Shahbaz Bhatti, insieme a quello per diritti umani, Kamran Michael,
per esprimere la vicinanza del governo alla comunità cristiana aggredita. I rappresentanti
governativi hanno assicurato che le vittime riceveranno un risarcimento per i danni
subiti.