Scontri in Nigeria: ucciso il leader dei ribelli integralisti
A sei giorni dall’inizio dei combattimenti, l’esercito nigeriano sta portando a termine
l’offensiva contro il gruppo islamico integralista Boko Haram. Gli scontri, che hanno
insanguinato Maiduguri, capitale dello stato settentrionale del Borno, hanno causato
oltre 600 morti da domenica scorsa. Fra le vittime anche il capo dei miliziani islamici,
Mohammed Yusuf, ucciso mentre tentava di fuggire. Obiettivo della rivolta della setta
fondamentalista era l’imposizione della legge islamica in tutto il Paese, attualmente
in vigore solo in alcuni Stati del nord a maggioranza musulmana. I vescovi nigeriani
da parte loro hanno hanno pubblicato una dichiarazione in cui lanciano un accorato
appello alla riconciliazione e alla tollerenza religiosa, condannando ogni forma di
fanatismo e violenza. Chiedono inoltre al governo un'azione urgente contro la crescente
povertà e la disoccupazione, spesso all'origine di questi movimenti radicali. Per
un’analisi della situazione sentiamo, al microfono di Helen Destombes, mons.
John Olorunfemi Onaiyekan, arcivescovo di Abuja:
R.
– Vedere come la vita umana viene disprezzata e buttata via è una cosa che ci addolora
moltissimo. Ci sono questi gruppi fondamentalisti islamici con persone che non hanno
alcun tipo di rispetto per la vita umana e neanche per la propria vita. C’è gente
che è disposta a morire perseguendo idee fanatiche. Se hanno collegamenti al di fuori
del nostro Paese, oltre all’influsso ideologico dell’islamismo fanatico internazionale,
se hanno un contatto per le armi, questo non si sa: speriamo che il governo riesca
a trovare tutte le spiegazioni.
D. - Eccellenza, come
sono i rapporti fra i cristiani e i musulmani in Nigeria…
R.
- Per quanto riguarda cristiani e musulmani, non ci sono problemi: si tratta di un
gruppo di fanatici che ce l’hanno con tutti: dicono che i musulmani nigeriani non
sono abbastanza rigidi. Anche se c’è la sharia in alcune regioni, dicono che non è
una vera e propria sharia, ma una sharia che non arriva al loro scopo. Vorrebbero
che tutta la Nigeria divenisse islamica, che la Nigeria venisse dichiarato un Paese
islamico. Il progresso che abbiamo avuto, secondo loro, ha portato cose proibite dall’islam.
Il presidente – che è un musulmano – ha condannato tutto ciò, dicendo che queste posizioni
radicali non rappresentano l’islam.
D. – Lei è in contatto
con qualche capo dei musulmani?
R. - Io sono in contatto
con il sultano di Sokoto che è il capo dei musulmani nigeriani ed entrambi siamo d’accordo
che si devono condannare questi estremisti che non vogliono la pace nel nostro Paese
e si vede che hanno strumentalizzato la sharia contro il governo e le forze dell’ordine:
ora siamo finalmente arrivati a vedere che non si può più scherzare con questa gente.
D.
– Pensate di fare un documento comune con i musulmani?
R.
- Sì. Abbiamo parlato con tutti i nostri amici musulmani e dicono che queste persone
non sono musulmani, sono solo persone che causano disordini. Purtroppo abbiamo già
visto, in altre parti del mondo gente del genere che non crede nella pace, nella convivenza
pacifica tra le religioni. Noi, in Nigeria, dove c’è il 50 per cento di cristiani
e il 50 per cento di musulmani, non possiamo più tollerare questa situazione perché
vogliamo vivere in pace. (Montaggio a cura di Maria Brigini)